PIATTO, FAENZA, 1530 CIRCA
in maiolica dipinta a policromia con blu di cobalto, bianco di stagno, verde ramina, giallo citrino e giallo arancio su fondo a smalto berettino; diam. cm 28,2, diam. piede cm 8,4, alt. cm 4,5
A DISH, FAENZA, CIRCA 1530
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux , Parigi 1974, pp. 78-79 nn. 305-306;
B. Rackham, Victoria and Albert Museum. Catalogue of Italian Maiolica , Londra 1977, p. 102 n. 299, tav. 49;
C. Ravanelli Guidotti, Thesaurus di opere della tradizione di Faenza . Faenza 1998, 294
Il piatto presenta cavetto fondo, piede ad anello non rilevato e un’ampia tesa a bordo arrotondato profilato di blu. Al centro dell’umbone la figura di un paggio con le mani legate dietro la schiena, contornata da una larga fascia a foglie continue decorata con un motivo bianco di stagno su fondo berettino; la tesa mostra invece un potente ornato a grottesche con delfini e teste di amorini a cui si aggiungono alcuni piccoli libri aperti. Al verso si sviluppa un motivo decorativo a linee concentriche “a calza” a maglie larghe e acquarellate su fondo berettino.
Numerosi i confronti con opere nelle quali il personaggio principale è costituito da figure maschili che rappresentano momenti della vita quotidiana, dipinti con modalità stilistiche molto vicine. Si veda infatti la foggia dell’abito chiaramente rinascimentale nel paggio con copricapo del V&A (inv. n. 1739-1855), con il volto rivolto a sinistra e la bocca sottile chiusa, immerso in un paesaggio idealizzato e con tesa a grottesche con delfini e teste di amorini oltre alla balza decorata a piccoli tocchi su fondo berettino, tutte caratteristiche molto prossimo all’esemplare qui in esame. La nostra figura tuttavia, forse più stereotipata, ma di grande impatto, si presta a ulteriori confronti con due figure maschili raffigurate anch’esse su fondo blu, entrambe su piatti con balza analoga a quella del nostro, conservati uno al Louvre (inv. n. OA1230) e l’altro al museo di Cluny (inv. n. 1728), entrambi databili al 1520-1530 raffiguranti due musici. La leggerezza del soggetto dei due piatti ci fanno riflettere sulla figura legata nel nostro (forse un gioco?), ed una figura femminile, anch’essa raffigurata legata, presente in una coppa a quartieri sempre del Louvre (inv. n. 16) stuzzica verso una chiave di lettura più ludica.