AGOSTINO BONALUMI
(Vimercate 1935 - Monza 2013)
Blu
1967
tela estroflessa e tempera vinilica
cm 180x150
al retro sulla tela firmato e datato
al retro sul telaio cartiglio
L'opera è registrata presso l'Archivio Bonalumi col n. 67-027.
Esposizioni
Accademia Nazionale di San Luca Premio Presidente della Repubblica 2001 Agostino Bonalumi, Accademia Nazionale di San Luca, Roma, 2002
Bibliografia
L.M. Barbero, Bonalumi evoluzione continua tra pittura e ambiente, Galleria Niccoli, Parma 2000, p. 71
Accademia Nazionale di San Luca Premio Presidente della Repubblica 2001 Agostino Bonalumi, Accademia Nazionale di San Luca, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2002, p. 30
Agostino Bonalumi, Institut Mathildenhohe, Darmstadt, 2003, p. 148
F. Bonalumi, M. Meneguzzo, Agostino Bonalumi. Catalogo ragionato. Tomo II, Skira Editore, 2015, p. 407 n. 341 (ill.)
Agostino Bonalumi è tra i giovani artisti che sul finire degli anni ’50 frequenta la Milano leggendaria, quella del Bar Jamaica e della trattoria di Pino Pomè che offrono pasti in cambio di opere. È qui che conosce Enrico Castellani e Piero Manzoni, i giovani artisti guardano ai nuovi maestri come Lucio Fontana e Alberto Burri per ispirarsi e dare forma alla personale ricerca. Nel 1958 i tre espongono insieme alla galleria Pater di Milano. Nel 1959 realizzano la rivista Azimuth e la galleria Azimut (volutamente senza h finale per distinguerla dalla rivista), sita in un piccolo seminterrato nel centro di Milano, e in soli otto mesi proposero tredici mostre, molte delle quali con artisti presentati nella rivista stessa. Tra questi vi fu anche Agostino Bonalumi. Fu la prima vetrina per i giovani artisti che presentavano un nuovo modo di fare e di vivere l’arte, proponendo un’idea di pittura-oggetto bidirezionale, legata al rapporto con lo spazio e che porta il quadro ai confini della forma scultorea. L’estroflessione sarà la cifra stilistica di Bonalumi, un lavoro volto a espandere la pittura in infinite declinazioni geometriche. I suoi quadri sono Pittura-Oggetto, così furono definiti da Gillo Dorfles, opere d’arte che sono prima oggetti che rappresentazioni, costruzione geometrica di tele su campiture rigorosamente monocrome, strumenti che si espandono nello spazio diventando esperienza fisica e ambientale, superando definitivamente così il piano rappresentativo. Con grande rigore formale Bonalumi ha modificato le tele imponendo delle centinature a cui la superficie, suo malgrado, si deve piegare. Tele che vengono poi dipinte con tempere viniliche, smalti e acrilici che si rivelano in rigorose tinte primarie: nero, rosso, blu, bianco. Colori che daranno anche il titolo alle opere. Opere dall’equilibrio armonico perfetto, le linee e i colori compongono strutture eleganti che compenetrano lo spazio, figlie di uno studio e di un metodo mai casuale. Magistrale esempio è l’opera proposta, un’estroflessione su tela di grandi dimensioni, proveniente da un’importante collezione italiana. La sua è un’arte che ama il silenzio contemplativo, basta porsi frontalmente e guardarle per ritrovare la calma e l’eleganza, caratteristiche fondamentali della sua personalità artistica.
Agostino Bonalumi era un uomo gentile, pacato, notevolmente equilibrato e di grande raffinatezza intellettuale. Nasce nel 1935 a Vimercate in provincia di Milano. Studia disegno tecnico e meccanico, insegnamenti fondamentali che torneranno utili nelle scelte stilistiche dell’artista.
La sua prima personale avviene nel 1956 alla Galleria Totti di Milano. Nel 1958 nasce il gruppo Bonalumi Castellani e Manzoni con una mostra alla Galleria Pater di Milano, alla quale seguiranno altre mostre a Roma, Milano e Losanna. Nel 1961 alla Galleria Kasper di Losanna, Bonalumi è tra i fondatori del gruppo “Nuova Scuola Europea”. Arturo Schwarz acquista sue opere e nel 1965 presenta una mostra personale dell’artista nella sua galleria di Milano, con presentazione in catalogo di Gillo Dorfles. Nel 1966 è invitato alla Biennale di Venezia e inizia la lunga collaborazione con la Galleria del Naviglio di Milano che lo rappresenterà in esclusiva, pubblicando nel 1973 per le Edizioni del Naviglio un'ampia monografia a cura di Gillo Dorfles. Viaggia negli Stati Uniti dove esporrà alla galleria Bonino di New York. Nel 1967 è invitato alla Biennale di São Paulo e nel 1968 alla Biennale dei Giovani di Parigi. Nel 1968 realizza “Grande Nero”, per una mostra personale al Museum am Ostwall di Dortmund; nel 1970 espone nuovamente alla Biennale di Venezia. Nel 1979, nell'ambito della mostra curata da Francesca Alinovi e Renato Barilli, “Pittura Ambiente” a Palazzo Reale di Milano, espone l'opera “Dal giallo al bianco e dal bianco al giallo”, dove l'ambiente considerato attività dell'uomo, è analizzato come attività primaria e cioè psicologica, così come in “Ambiente Bianco – Spazio trattenuto e spazio invaso”, realizzato nel 2002 per la Fondazione Guggenheim di Venezia. Negli anni ’70 si occupa anche di scenografia, realizzando per il Teatro Romano di Verona scene e costumi per il balletto Partita e nel 1972 per il Teatro dell'Opera di Roma le scene e i costumi di Rot. Nel 1980 a cura della Regione Lombardia è allestita, a Palazzo Te di Mantova, con la cura di Flavio Caroli e Gillo Dorfles, un'ampia rassegna che illustra l'intero arco della sua opera. Nel 2001 l'accademia Nazionale di San Luca ha conferito ad Agostino Bonalumi il Premio Presidente della Repubblica. Ha anche realizzato libri d’artista per le Edizioni Colophon di Belluno e per le Edizioni Il Bulino di Roma ed ha pubblicato raccolte di poesie per la stessa Colophon, per Book Editore e per le Edizioni PoliArt. Agostino Bonalumi muore a Monza il 18 settembre 2013.
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