olio su tela, cm 85x117
L'opera è accompagnata da una comunicazione scritta del prof. Giancarlo Sestrieri in data 20 gennaio 2001 che ipotizza la paternità del dipinto al pittore Alberto Lionelli.
Il dipinto è confrontabile per stile e composizione ad altre opere dell’artista, tra cui la coppia proveniente dal Museo di Belle Arti di Nantes (vedi La Natura morta in Italia, Electa ed. Milano 1989, II, n. 20, pag. 990) e a tre opere, tra cui un pendant di ovali, in collezione privata, pubblicati da L. Salerno (Nuovi Studi sulla Natura Morta Italiana, U.Bozzi, ed. Roma 1989, nn. 123 bis – 124-125, pp 126-127) che da notizia pure di un suo quadro che recherebbe la firma per esteso dell’artista.
Lionelli si ispira al gusto espositivo partecipe all’ondata di scenografico decorativismo apportata da Brueghel, ed esplicata da altri artisti come Casissa, Lopez, Lavagna, Malinconico e altri, che tendono a composizioni in cui l’impronta naturalistica dei singoli elementi dà vita a raffigurazioni di suggestivo effetto spettacolare.