Per la sua importanza storico-artistica l'opera è sottoposta a vincolo dallo Stato Italiano.
La biografia di Matthias Stom, meglio noto come Stomer, presenta ancora molti lati oscuri, a partire dalla data e dal luogo di nascita e di morte. Quel che è certo è che viaggiò molto, seguendo una rotta che dapprima, verso il 1630, fu quella canonica dall'Olanda (probabilmente Utrecht) a Roma, e poi divenne anomala, da Roma in Sicilia, transitando ovviamente per Napoli, senza escludere una possibile, ma ancora ipotetica tardiva risalita in Lombardia, dove si conservano sue opere pubbliche databili alla metà del secolo. Ognuno di questi passaggi lasciò traccia nella sua pittura, che, pur attingendo alla lontana da Caravaggio e in modo più diretto da Ter Bruggen, Baburen, Ribera e soprattutto Honthorst, fu potentemente personale e assai ben riconoscibile. Non meno complessa si presenta l'impresa di definire una cronologia all'interno del suo catalogo, principalmente a causa della penuria assoluta di opere datate, ma anche per la sostanziale assenza di una chiara traiettoria evolutiva.
Il superbo dipinto che qui si presenta costituisce un esempio veramente peculiare della predilezione di Stom per le ambientazioni notturne a lume artificiale, nonché del suo rinomato virtuosismo nell'uso del chiaroscuro e nel controllo degli effetti luministici, accompagnato dall'impiego di una paletta cromatica ricca e contrastata. Nell'ambito della pittura sacra Stom ebbe molte meno occasioni di cimentarsi con l'Adorazione dei Magi rispetto all'Adorazione dei pastori, soggetto tra i più ricorrenti nella sua produzione. Anche nel nostro dipinto si conferma la sua decisa preferenza per composizioni a mezze figure molto ravvicinate, in cui i protagonisti nel primo piano della scena sono investiti da una luce che ha il suo centro di irradiamento nel gruppo della Madonna col Bambino, mentre le figure retrostanti, a contrasto, vengono subito inghiottite dalla penombra e dalle tenebre. Un artificio già lungamente sperimentato da Jacopo Bassano, che si lega alla valenza simbolica connaturata alla dialettica fra luce e ombra e che Stom adotta regolarmente nelle sue Adorazioni dei pastori. E' proprio con molte di queste ultime che si rinvengono i confronti più stringenti all'interno del corpus del pittore: da quella del Lichtenstein Museum di Vienna a quella del Museo di Capodimonte a Napoli, sino a quella, grandiosa e a figure intere, in deposito presso la Galleria Regionale della Sicilia dal Municipio di Monreale.