Il dipinto è accompagnato dall'Attestato di Libera Circolazione (24/05/2022).
L'opera è accompagnata da un una relazione diagnostica del Prof. Claudio Falcucci (M.I.D.A. - Metodologie d'Indagine per la Diagnostica Artistica) che conferma la compatibilità dei pigmenti utilizzati con un'esecuzione nel XVII secolo.
Il Prof. Niels Buettner si è così espresso in merito al dipinto dopo averlo visionato personalmente: Its high quality, the structure of the painting layers and the pigments used suggest that this painting was created in the Rubens workshop. This is my personal estimation. (comunicazione via email alla proprietà ).
Questa smagliante rappresentazione della Sacra Famiglia, accompagnata dall'occhio vigile di una sorridente Sant'Anna, costituisce una replica fedele eseguita da Rubens con l'ausilio del suo atelier della tela in tutto analoga, fatte salve le misure leggermente più grandi del nostro esemplare, che si conserva al Museo del Prado di Madrid (cm. 115x90, n. 1639). Il dipinto del Prado fu scelto da Velzquez per las salas de los capitulos all'Escorial e giudicato sul finire del Seicento da Padre de los Santos come Lo mejor que hay en esta Casa al sentir de muchos. La parte centrale dell'immagine con la Vergine seduta col Bimbo in piedi sulle sue gambe, in effetti straordinaria per freschezza e serena affettuosità , riecheggia in molti dipinti di Rubens di soggetti simile. Il volto della Madonna sembra prendere ispirazione da Isabel Brandt, prima moglie del pittore che morì ad appena 35 anni nel 1626. La composizione fu incisa fedelmente in controparte da Paulus Pontius e poi di nuovo, ma in una redazione con alcune rilevanti varianti e aggiunte (in particolare la presenza della culla), da Schelte Bolswert. Un bozzetto della composizione si conserva nella collezione dei Visconti di Galway.
La tela in oggetto si distacca per la sua elevata qualità da altre versioni prodotte interamente dalla bottega o da stretti seguaci di Rubens: rinveniamo qui, infatti, l'ineguagliabile varietà di accenti che contraddistingue le fisionomie ed espressioni dei suoi volti, il suo implacabile dominio plastico della struttura dell'immagine, pur nella ricercata grazie e leggiadria del registro comunicativo, e la brillante fluidità della pennellata che traccia le forme con sprezzata disinvoltura.