Giovedì 11 maggio alle ore 18 da Sant’Agostino si terrà un nuovo incontro dedicato al collezionismo di epoca Song, per spiegare l’importanza dei processi di imitazione e reinterpretazione nell’arte cinese dell’ultimo millennio. Il periodo della storia cinese che molti definiscono “Rinascimento Song” viene considerato uno spartiacque tra antichità e modernità: molte delle caratteristiche sociali e culturali che oggi riconosciamo come tipicamente cinesi si sono affermate proprio a partire da questo periodo dinastico, circa mille anni or sono. Anche in ambito artistico, la riaffermazione del confucianesimo e la diffusa ammirazione per un’antichità idealizzata hanno portato la Cina a guardare al passato più di prima per trovare ispirazione nella creazione di manufatti e di opere d’arte. Questo fenomeno culturale ha promosso la formazione delle più antiche collezioni dettagliatamente catalogate di oggetti arcaici e con esse tutto un indotto di imitazioni, reinterpretazioni, e persino contraffazioni da parte di artisti e artigiani del tempo.
Tale tendenza è divenuta un tratto caratterizzante della produzione artistica cinese anche sotto le dinastie successive fino alla caduta dell’impero nel 1911. Comprenderla significa inquadrare meglio l’arte cinese più recente.Durante l’incontro si spiegheranno i motivi storici e sociali che hanno fatto scaturire e supportato la propensione sopra descritta, durante e dopo i Song, presentando esempi concreti dei meccanismi in atto soprattutto negli ambiti della creazione di dipinti, bronzi, ceramiche e giade.
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