Il prossimo 6 novembre, Pandolfini Casa d’Aste proporrà un'importante collezione archeologica privata già corredata da pubblicazioni di settore, composta da quarantotto reperti afferenti a diverse epoche e produzioni.
I reperti in asta coprono diverse epoche e culture, dal VI secolo a.C. al XIV secolo d.C., includendo manufatti di origine greca, magnogreca, romana e precolombiana. Tra questi vi sono particolari tipologie di anfore, vasellame pregiato (in particolare quello precolombiano), bronzi e lucerne. L’elemento trainante della collezione è però un imponente e raro busto-ritratto del famoso commediografo greco Menandro.
Il reperto è composto principalmente da due porzioni in marmo; la prima, quella del busto, risale parzialmente al XVI – XVII secolo, con elementi riconducibili anche alla tarda età repubblicana – età imperiale, accomunati in entrambi i casi da una ripresa di modelli greci post-fidiaci o di IV secolo a.C., in cui la resa del movimento data dalla torsione porta ad una connessione al tipo statuario del cd. Hermes Richelieu, utilizzato dal IV secolo a.C. fino all’età imperiale (Cfr.: ritratti di Gaio e Lucio Cesare da Corinto).
La seconda porzione, vale a dire la testa, è databile al II secolo d.C. ed è identificabile con il modello di Menandro realizzato in bronzo da Cefisodoto il giovane e Timarco, figli di Prassitele, poco dopo il 291 a.C. Il suo ritratto ha goduto di ampia fortuna nel mondo antico ed è oggi attestato da circa una settantina di rappresentazioni di fattura differente. In questo caso, il ritratto rientra nel filone del “realistico”.