Le vette immortalate da grandi fotografi d'autore in asta da Finarte il 18 dicembre.
La maestosità della natura si rivela in tutto il suo fascino quando l’uomo, dopo la sfida che lo ha condotto a scalarle, lancia quella altrettanto difficile che lo ha portato a fotografarle. Vale per tutti l’esempio di Vittorio Sella (lotto 318) che riassume nella sua vita le due attività, sempre magnificamente espresse, di alpinista e di fotografo. A lui si deve, per dire, la definizione stessa di fotoalpinismo anche quando i suoi soggetti erano collocati nelle catene montuose asiatiche e africane. Le difficoltà di quei lontani anni di inizio Novecento quando si fotografava con pesanti e ingombranti banchi ottici e con fragili negativi su lastre di vetro. In ogni immagine, Sella esaltava la spettacolarità dei luoghi come ben dimostra quella qui proposta della cascata in Val Formazza.
Negli anni Trenta sono poi molti gli autori che hanno seguito le tracce del grande biellese: dal torinese Cesare Giulio (lotti 158, 159) insieme socio C.A.I. e fondatore del Fotogruppo Alpino le cui fotografie furono pubblicate dalla prestigiosa rivista “Luci e Ombre” all’astigiano Alessio Nebbia (lotti 265, 266) ben noto a Courmayeur dove aveva aperto la Bottega d’Arte Alpina in cui vendeva le sue opere, dal novarese Giacinto Oriani (lotto 270) fino agli svizzeri Lorenzo Steineman (lotto 333), Andreas Pedrett (lotto 278) e Albert Steiner (lotto 334) con quest’ultimo che si segnala per il valore delle sue opere che lo collocano ad un livello superiore ai contemporanei.
Un discorso a parte meritano due italiani ben noti ai collezionisti: Domenico Riccardo Peretti Griva (lotti 279, 280, 281, 282, 283), vero maestro del pittorialismo di cui si apprezzano le preziose stampe al bromolio, e Riccardo Moncalvo (lotti 237, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246) di cui qui offriamo una serie di immagini che ben documentano la sua ampia visione.