Ottimo risultato per la prima asta dell'anno di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo di Finarte che, oltre alla sua sede storica, ha ritrovato anche un mercato che storicamente le appartiene.Che ci fosse un ritrovato interesse per la figurazione, lo si era percepito anche dal mercato del moderno, sempre più attento alle istanze della così detta retroguardia; ma che tutto ciò potesse sfociare in un’asta di grande entusiasmo e partecipazione, come quella che è stata battuta da
Finarte lo scorso 17 aprile, davvero ci permette di affermare che per l’Otto-Novecento entriamo in una nuova stagione di mercato.
Oltre ai risultati più prevedibili, come il magnifico pastello di
Federico Zandomeneghi (€ 61.830) o lo scorcio veneziano di
Rubens Santoro (€ 35.370), è tornato a brillare l’astro di
Giovanni Carnovali detto
Il Piccio, autentico e puro genio del nostro romanticismo, con un raro quanto straordinario paesaggio (€ 94.590).
Hanno fatto poi segnare cifre ragguardevoli pittori di prima fascia, come Guglielmo Ciardi e il suo dolomitico dipinto raffigurante Cimon della Pala (€ 20.250), Pietro Ronzoni (€ 12.060) o Giacomo Trecourt (€ 20.250), ma anche comprimari che da tempo non registravano performance così impattanti: Francesco Vinea e le sue ammalianti Fumatrici (€ 22.360), Giovanni Sottocornola e l’iconico pastello Ritratto di ragazza (€ 11.430), passando per Arturo Rietti sempre per rimanere sui pastellisti (€ 7.020), e le Venezie meno scontate di Gennaro Favai o Italico Brass (€ 4.288 e € 3.612).
Dimenticato dal mercato,
Romano Valori – record price per l’artista (€ 9.120) – ha idealmente suggellato questa prima asta di Finarte nella ritrovata via Bossi: la maison non ha ritrovato quindi solo la sua sede storica, ma un mercato che storicamente le appartiene.