Provenienza:Fideikommiss-Galerie 1905, Inv. nr. 296, v. Inv. nr. 277.Blankenburg circa 1929 inv. nr. 0778.già Principe Ernst August di Hannover, Castello di Marienburg, Hannover (Germania). The Royal House of Hannover, Sotheby's, 5-15 ottobre 2005, lotto 89.Collezione privata, Venezia.Bibliografia di riferimento:Gallerie dell'Accademia di Venezia. Opere d'arte del secolo XVI, Roma 1962, p. 137.E. M. Dal Pozzolo, Tra Cariani e Rocco Marconi, in Venezia Cinquecento. Studi di storia dell'arte e della cultura, VII, n. 13, p. 13.G. Fossaluzza, in L’eredità di Isabella. Indagine sul collezionismo privato nelle terre gonzaghesche, catalogo della mostra a cura di C. Micheli, Mantova, Palazzo della ragione, 20 settembre-27 ottobre 2002, pp. 240-241 cat. 18.In cornice neoclassica recante sul cartellino l'antica attribuzione a Rocco Marconi.Si ringrazia il professor Dal Pozzolo per l'attribuzione a seguito della visione fotografica dell'opera.L’opera propone uno dei temi più congeniali a Rocco Marconi, riproposto più volte dal maestro e dalla sua bottega. Realizzato in formato oblungo come dipinto da stanza di grandi dimensioni, questo esemplare del Cristo e l’Adultera rappresenta una seconda redazione di un’opera attribuita a un suo stretto collaboratore, convenzionalmente noto come Pseudo Rocco Marconi, attualmente conservata presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Riconosciuto dalla critica come un artista autonomo di rimarchevole talento, pur ispirandosi chiaramente al maestro, lo Pseudo Rocco Marconi rivela tratti stilistici riconoscibili. A quest’ultima personalità, proposta da Dal Pozzolo e sostenuta da Fossaluzza, che, è da sottolineare, “non ha nulla di meno qualitativamente rispetto all’ultima fase del maestro stesso”, sono state infatti riconosciute ultimamente opere assai significative che un tempo facevano parte del catalogo del maestro nella fase più matura, cioè negli ultimi anni Venti del Cinquecento, come l’Adultera nella Galeria Corsini di Roma e un Redentore, sempre alle Gallerie veneziane, o ancora l’Adorazione dei magi in collezione privata mantovana. Si tratta di un gruppo di opere che si differenzia per un’esecutività più minuziosa e “per certa insistenza descrittiva che riguarda le fisionomie come pure i panneggi”, come ben si può notare in quest’opera. Il rapporto tra Marconi e lo Pseudo Marconi, così stretto da evocare quello tra maestro e allievo, dimostra l’intensa e fortunata attività della bottega e testimonia il suo ruolo nel panorama artistico veneziano del tempo, crocevia tra le influenze della tarda scuola belliniana, l’eredità di Giorgione e Palma il Vecchio, e le novità introdotte da Tiziano.