Olio su tela, 90x73,5. Con cornice
Il Prof. Ferdinando Arisi propose di attribuire il dipinto a Charle-Joseph Natoire e di riconoscere l'effigiato come Giovanni Paolo Panini. Il dipinto è stato al centro di un interessante dibattito attributivo che ha coinvolto due grandi artisti francesi: Charles-Joseph Natoire e Nicolas de Largillière. L’opera è stata esposta recentemente alla Galleria Biffi di Piacenza con l'attribuzione a Natoire, che fu amico personale di Panini, d'accordo con l'opinione di Ferdinando Arisi, che aveva identificato il soggetto con il celebre pittore piacentino. Secondo Arisi, infatti, il ritratto, databile tra il 1750 e il 1760 durante il periodo in cui Natoire era direttore dell'Académie de France à Rome, avrebbe raffigurato Panini maturo, con tratti che corrispondono a quelli dell'autoritratto del pittore nel Festin donné sous un portique d'ordre ionique (Parigi, Louvre). La stretta amicizia tra i due artisti e la collaborazione su diversi progetti sembravano supportare validamente l’attribuzione a Natoire. T uttavia va necessariamente rilevato che una versione pressoché identica del nostro dipinto è conservata alla Galleria degli Uffizi, dov'è da sempre riferita a Nicolas de Largillière. La scheda del catalogo generale del museo ripercorre la storia attributiva del dipinto a partire dall'acquisizione da parte del Granduca nel 1779, quando fu identificato come Ritratto del poeta Jean-Baptiste Rousseau . Sebbene l'attribuzione a Largilliére sia stata a volte messa in discussione, al pari dell'identità del personaggio effigiato, il dipinto , talora identificato ipoteticamente come autoritratto di Largilliére, presenta, in effetti, caratteristiche stilistiche perfettamente compatibili con lo stile raffinato del pittore francese. Un'altra versione del dipinto, pure similissima alle altre e anch'essa di alta qualità, è conservata alla National Gallery Gallery di Londra.