Firmato e datato 1854.Provenienza: Collezione privata, BresciaBibliografia di riferimento: I. Fumagalli in 'Biblioteca italiana', 1833, t. 212, p. 270.G. Barbieri, 'A Pompeo Marchesi, per lo dono fatto all'autore d'un piccolo Nazzareno portante la divina epigrafe 'Diliges' in 'La Moda', 16 dicembre 1841, p. 398.M. Mondini e C. Zani (a cura di), 'Paolo Tosio. Un collezionista bresciano dell'Ottocento', Brescia 1981, p.40, fig. II.20.A. Sassi, 'Pompeo Marchesi', Saltrio 1983, p. 36 e p. 63, fig. 38.O. Cucciniello, 'Neoclassico/Romantico. Pompeo Marchesi scultore collezionista', GAM Milano 2023, p. 20 (fig. 7) e pp. 194 e 195, n° V.8.La scultura qui presentata è una riduzione a busto del celebre e fortunato modello a figura intera del 'Cristo fanciullo docente nel Tempio' (noto anche come 'Gesù fanciullo tra i dottori'/'Il Nazareno'/'Redentore') realizzato per la prima volta da Pompeo Marchesi nel 1833 su commissione del conte Paolo Tosio per la cappella del suo palazzo a Brescia ed esposto a Brera nel medesimo anno, dove incontrò un entusiasmo unanime ('[...] il fanciullo divino in attitudine di muoversi favellando addita il cuor colla manca per esprimere che tutta la legge è amore, e levata un poco la destra con aperte due dita significa i due capi di questo precetto [...] il volto spira un'aura di mansuetudine e di dolcezza che innamora, e forse innanzi tempo ne richiama un poco quella fisionomia di convenzione che si suol dare al Redentore' - I. Fumagalli in 'Biblioteca italiana', 1833, p. 270).La bellezza idealizzata unita al delicato sentimentalismo espresso magistralmente dalla dolcezza dei tratti crearono le condizioni per la sua fortuna collezionistica e per la produzione di altre versioni da parte di Marchesi: repliche a figura intera furono realizzate, tra le altre, per il futuro zar di Russia Alessandro II nel 1841 e per l'imprenditore di origine tedesca Enrico Mylius nel 1842, versione tutt'oggi conservata nel cimitero di Villa Vigoni a Laveno di Menaggio. Oltre alle 'figure intere', Pompeo Marchesi realizzò anche delle versioni a busto (come quella presente), forse come dono per amici e mecenati, come testimonierebbe la poesia celebrativa composta dal poeta Giuseppe Barbieri 'A Pompeo Marchesi, per lo dono fatto all'autore d'un piccolo Nazzareno portante la divina epigrafe 'Diliges'', pubblicata in 'La Moda' del 16 dicembre 1841.Per alcuni dettagli delle pieghe del manto, il nostro busto sembra derivare direttamente dalla versione 'Mylius' più che dalla scultura originale per il conte Tosio, e risulta idealmente accostabile alla tipologia del busto 'Barbieri' anche per la presenza della medesima scritta incisa alla base.
Asta 460 | ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO - Da una dimora veneta e altre committenze Tradizionale
mar 11 GIUGNO - mer 12 GIUGNO 2024