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ARCADE I DIPINTI DAL SECOLO XV AL XVIII

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Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino

 Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino
(Ferrara,1550 -1620)
IL RATTO DI PROSERPINA
olio su tela, cm 74x104

THE RAPE OF PROSERPINA
oil on canvas, cm 74x104

Provenienza
Collezione privata

Bibliografia
M. A. Novelli, Scarsellino, Ferrara 2008, cat. 230, p. 324

La sinuosa plasticità delle figure, così come la forte attenzione al paesaggio, inseriscono la tela offerta nel filone della tradizione veneto ferrarese tardo cinquecentesca, capace di aprire la strada alla grande stagione della pittura emiliana del Seicento.
Ippolito Scarsella decide di raffigurare il momento concitato in cui Plutone, dio dell’Ade, afferra Proserpina per portarla contro la sua volontà negli inferi mentre la fanciulla, come racconta Ovidio nelle Metamorfosi (V, 385-437), era intenta con le sue compagne a raccogliere fiori su un prato.
L’intenso colorismo e l’impostazione scenica, che attestano un chiaro omaggio all’arte lagunare di Tiziano e Veronese, pongono l’inedito dipinto al fianco della tela conservata presso la Galleria Borghese di Roma, raffigurante Venere e Adone (inv. 212), pendant dell’Ermafrodito e Salmace (inv. 214) della medesima collezione.
Nel suo ultimo contributo monografico sul pittore, Maria Angela Novelli (1955; 1964; 2008) considera l’opera risalente alla maturità dell’artista come le tele della Borghese e un altro dipinto con il medesimo modulo compositivo, ma con meno spazio dedicato all’ambientazione paesaggistica, transitato sul mercato a New York (Novelli 2008, cat. 231, pp. 234-235).
Da sottolineare infine i gustosi particolari dipinti in punta di pennello sulla nostra tela, quali i monili che ornano la testa e il braccio di Proserpina e i fiori che punteggiano il primo piano.








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mer 6 MARZO 2024
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