Provenienza: Collezione privata, Milano.Il soggetto dell'opera rappresenta la complessa ed erudita allegoria della Gratitudine o della 'Memoria grata dei benefici ricevuti', come riportata nell''Iconologia' di Cesare Ripa (1555 circa-1622): una fanciulla appare seduta sul globo terrestre, tra un'aquila e un leone (animali nobili di aria e terra a cui sono legati episodi mitici o biblici legati alla gratitudine), incoronata da un ramo di ginepro (sempreverde, e dunque simbolo della durevolezza della memoria), mentre tiene in mano un grande chiodo e una tavola di pietra. Su di essa, si legge 'Clavo trabali figere beneficium': Incidere il beneficio con un chiodo da trave.Il soggetto, raro e probabilmente riconducibile al colto ambito romano tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII, può essere accostato a un'altra 'Allegoria della Gratitudine', simile nella composizione ma priva del globo terrestre, dipinta nel 1705 da Pier Leone Ghezzi come dono all'Accademia di San Luca di cui era appena entrato a far parte.