Franz Werner Tamm, detto Daprait
(Amburgo 1658 Vienna 1724)
e Scuola di Carlo Maratta
FESTONE DI FIORI SORRETTO DA PUTTI
olio su tela, cm 90x131
PUTTI WITH A GARLAND OF FLOWERS
oil on canvas, cm 90x131
Provenienza
Parigi, Ader-Tajan, 15 dicembre1993, n. 23; Londra, Sothebys, 6 luglio
1994, lotto 115
Bibliografia
S. Rudolph, Niccolò Maria Pallavicini. L'ascesa al Tempio della Virtù attraverso il Mecenatismo, Roma 1995, p. 93 e fig. 62 a; G. e U. Bocchi, Pittori di natura morta a Roma. Artisti stranieri 1630 1750, Viadana 2005, p. 242, fig. FT.48
Referenze fotografiche
Fototeca Federico Zeri, scheda 89424
Si deve a Stella Rudolph la ricostruzione della prestigiosa commissione ricevuta da Carlo Maratta da parte di uno dei più raffinati collezionisti del tardo Seicento romano, il banchiere Francesco Montioni. Giovanni Pietro Bellori a ricordare, nella vita del pittore, lesecuzione di sei sovrapporte alcuni fregi con vari putti che scherzano in varie vedute e tengono lacci di festoni di fiori coloriti dal signor Francesco Fiamengo, che campeggiano in campo chiaro turchino daria.
Questa sofisticata reinterpretazione di un motivo tratto dalla scultura classica proposto da Carlo Maratta in collaborazione con Franz Werner Tamm riscosse un tale successo da dover essere ripetuta, con varianti nelle figure dei putti e nei festoni di fiori, per il marchese Niccolò Pallavicini. Entrambe le serie, disperse ma in parte ricostruite nei loro elementi (Parigi, Louvre; Vienna, Accademia Albertina; Roma, palazzo Pallavicini) furono poi replicate per altri collezionisti dallo stesso Tamme da un aiuto di Carlo Maratta che si valse, verosimilmente, dei cartoni del maestro.
Ne costituisce uno splendido esempio la tela qui offerta, resa nota dalla Rudolph nel suo studio su Niccolò Pallavicini e la sua collezione, dispersa nella prima metà del Settecento. Secondo la studiosa, che ha avuto occasione di esaminarlo nuovamente dal vero, il nostro dipinto un tempo accompagnato da unaltra tela ora in una diversa collezione riflette
verosimilmente una delle sei sovrapporte dipinte per Francesco Montioni, non ancora ritrovata nella versione originale.