Splendido cofanetto da scrittura che sembra voler concentrare nelle quattro facciate gremite di centauri, putti reggiscudo e teste di Medusa tutto il patrimonio iconografico del Rinascimento.
Di un celebre capolavoro rinascimentale in effetti si tratta. Un'opera da sempre sotto i riflettori, sia per la sua presenza in importanti collezioni pubbliche e private, che per le interminabili dispute attributive di cui è costantemente al centro.
Nel corso degli anni è stato attribuito alle maggiori scuole italiane: da quella di Donatello a quella del Caradosso, dalla scuola mantovana del Mantegna alla bottega di Severo da Ravenna.
Sulla scia della recente e puntigliosa catalogazione fatta da Mark Gregory d'Apuzzo per l'analoga scatola in collezione del Museo Medievale di Bologna, anche noi sposiamo l'ipotesi dell'attribuzione alla bottega di Severo Calzetta da Ravenna (1465-1543)
Tutti i modelli conosciuti presentano varianti nei piedini. Nel nostro esemplare assumono la foggia di quattro delfini, ma si conoscono prototipi poggianti su piccoli telamoni, zampe ferine o tartarughe.
La scatola in asta Bertolami presenta un coperchio che, essendo mutilo dei cardini, si può solo appoggiare e non ruotare. Il restauro sarebbe molto semplice, anche se inutile.