Bottega di Giovanni Mannozzi, noto come Giovanni da San Giovanni, prima metà sec. XVII
ALBUM CON VOLATILI, SCIMMIA E SCOIATTOLO
volume rilegato in pergamena decorata in oro contenente trenta tavole raffiguranti animali dipinti a mano, matita nera, pennello e inchiostro acquarellato su carta vergellata e filigranata, mm 285x215
datato 1640 sul frontespizio manoscritto
Workshop of Giovanni Mannozzi, known as Giovanni da San Giovanni, first half of 17th century
ALBUM WITH BIRDS, A MONKEY AND A SQUIRREL
volume of 30 plates with hand colored animals, black chalk, brush and wash on watermarked laid paper, mm 285x215
dated 1640 on the handwritten frontispiece
Iscrizioni
A penna sul frontespizio Questo libro di 30 carte d'Uccelli fatti al naturale / da Giovanni da San Giovanni quando dipinse nel / Palazzo de Pitti in Firenze l'ho comprato io / Atto Fabroni da suoi allievi in Bottega d'Antonio dell'Orso in / Firenze 1640
Eccezionale testimonianza di un preziosissimo repertorio utilizzato, come chiarisce l'iscrizione, all'interno di una prolifica bottega fiorentina, quella di Giovanni da San Giovanni (1592 – 1636), ricercato frescante di primo Seicento, tra i protagonisti nella decorazione murale di Palazzo Pitti e di altre residenze della famiglia Medici. Con la sua vivacità pittorica riuscì ad assecondare l’inclinazione del granduca Cosimo II “alle cose della natura”, secondo il resoconto di Filippo Baldinucci, recuperando inoltre numerose soluzioni elaborate nell’officina di Bernardino Poccetti, artefice di alcune delle vedute prospettiche con grate aperte a scoprire cieli dipinti popolati di uccelli raffigurati con uno spiccato gusto descrittivo, che tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento si aprono sui soffitti delle ville e dei palazzi medicei (si veda: Fasto di corte. La decorazione murale nelle residenze dei Medici e dei Lorena, a cura di M. Gregori, vol. I, Firenze 2005; vol. II, Firenze 2006).
Atto Fabroni (1609-1692), acquirente dell'album nel 1640 secondo quanto dichiara nel frontespizio, è da riconoscere con ogni probabilità nello scultore e collezionista membro di un’importante famiglia pistoiese (cfr. A. Agostini, Atto Fabroni e il Crocifisso di Sant'Ignazio: storia e restauro, Firenze 2013).