Peso: 2,292 kg. Base in bronzo dorato. Punzoni pontifici e dell'argentiere Angelo Spinazzi (attivo tra 1721-1767). Restauri.Questa rara ed elaborata acquasantiera romana trae ispirazione tanto da modelli a lei contemporanei quanto dai più fulgidi esempi della statuaria e oreficeria barocca del XVII secolo: se da un lato infatti ricorda le quasi contemporanee creazioni di Giovanni Giardini, come le figure angeliche che decorano il tabernacolo in porfido e rame dorato (1711) conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna (H. Honour, “Goldsmiths & Silversmiths”, Londra 1971, p. 120), dall’altro riprende il modellato scultoreo di scuola berniniana e algardiana del secolo precedente, con assonanze riscontrabili nel confronto con alcune opere di Antonio Raggi (l’”Angelo con la colonna della Flagellazione” di Ponte Sant’Angelo), di Francesco Mochi e di Paolo Naldini, oltre che con i disegni per oggetti d'argenteria dello stesso Algardi. I marchi presenti in più punti sono identificabili con quelli dell’argentiere romano di origine piacentina Angelo Spinazzi (1693-post 1767), attivo dal 1721, autore di importanti e raffinati manufatti d’oreficeria, soprattutto sacra: tra le sue opere principali, si veda ad esempio il Busto reliquiario di San Francesco di Paola del Museo Diocesano di Montefortino (1725), l’imponente ostensorio in argento dorato eseguito a Roma tra il 1761 e il 1762 e conservato al Collegio Alberoni di Piacenza e la decorazione in argento sbalzato e cesellato dell’Altare maggiore del Duomo di Siracusa (1752). I committenti di Spinazzi non furono però solo italiani e la sua opera fu richiesta, insieme a quella di altri orafi e argentieri, per la realizzazione della cosiddetta “Muta Nobile”, un gruppo composto da un grande crocifisso e sei torcieri realizzato a Roma da artisti italiani per la sontuosa cappella di San Giovanni Battista nella chiesa di S. Rocco a Lisbona, commissionata nel 1742 dal re Giovanni V di Portogallo e finanziata dall’oro dei possedimenti della corona portoghese in Brasile (Teresa Leonor M. Vale, “Eighteenth-century Roman silver for the chapel of St John the Baptist in the church of S. Roque, Lisbon” in The Burlington Magazine. No. 1289 – Vol 152 (Agosto 2010), pp. 528-535): Il gruppo, in argento dorato, è oggi conservato nel Museu de S. Roque insieme ad altri manufatti d’oreficeria concepiti per la cappella e uno dei torcieri, quello rappresentante la “Tranquillità”, che in alcuni dettagli delle decorazioni e del modellato della figura ricorda la nostra acquasantiera, è opera proprio di Angelo Spinazzi (J. Montagu, “Gold, Silver and Bronze. Metal Sculpture of the Roman Baroque”, New Haven/Londra 1996, p. 180 fig. 262). Tra i committenti di Spinazzi in Italia non vi erano solo le autorità ecclesiastiche ma anche molte famiglie patrizie dello Stato Pontificio, per le quali egli produceva opere di oreficeria sacra e civile di uso privato: è plausibile che tale tipologia di committenza sia stata quella all'origine di questa acquasantiera, un modello probabilmente di successo, dal momento che se ne conosce almeno un altro esemplare simile, recante sulla base lo stemma dei Borghese ma privo dei marchi dell'argentiere, passato nel 2003 sul mercato d'asta di Londra.Bibliografia di riferimento: S. Fornari, ''Gli argenti romani'', Roma 1968, pp. 147-148.H. Honour, “Goldsmiths & Silversmiths”, Londra 1971, p. 120.C. Bulgari, ''Argentieri gemmari e orafi d'Italia'', Roma 1980, p. 433.J. Montagu, “Gold, Silver and Bronze. Metal Sculpture of the Roman Baroque”, New Haven/Londra 1996, p. 180 fig. 262.Teresa Leonor M. Vale, “Eighteenth-century Roman silver for the chapel of St John the Baptist in the church of S. Roque, Lisbon” in The Burlington Magazine. No. 1289 - Vol 152 (Agosto 2010), pp. 528-535.