Provenienza: Collezione Kwiatkowski e Schiele, New York. Il dipinto è da ricondurre al pennello di Pier Francesco Mola coadiuvato dalla bottega, come confermato verbalmente da Francesco Petrucci, autore della monografia sul pittore. Il dipinto replica, anche nelle dimensioni, quello del Nationalmuseum di Stoccolma, mentre la medesima composizione è ripresa in formato orizzontale e variata, senza la figura femminile, nell'esemplare attualmente presso la Galleria Megna di Roma. Il biografo Filippo Baldinucci tramanda di come il Mola era solito far eseguire agli allievi copie dei suoi quadri, da lui poi ritoccati, e venduti come autografi. Il Mola è stato un esponente della corrente neoveneta della pittura romana accanto a Pietro Testa, Pietro da Cortona e Nicolas Poussin. Infatti, la sua pittura di paesaggio, pur rivelandosi profondamente influenzata dalla scuola bolognese dei carracci, si mostra particolarmente debitrice alla pittura veneta del '500.