Firmato e datato in basso a destra 1935.Provenienza: Collezione Virginia Giacometti, Italia.Pubblicazione: Plamena Dimitrova Racheva, Boris Georgiev of Varna, Ed. Kibea, pp. 70-71 e 130.Quando progettò e creò questo lavoro negli anni '30, Boris Georgiev aveva raggiunto un momento importante della sua carriera, segnando la seconda fase del suo sviluppo artistico. A quel tempo la sua arte era stata apprezzata sia dalla critica che dal pubblico in Europa. Prima di intraprendere il suo viaggio in India, fortemente influenzato dal suo maestro Nicholas Roerich e da Kipling, imparò il sanscrito e l'hindi. Per cinque anni ha viaggiato in tutta l'India, incontrando i membri della casta più bassa - i paria- così come gli intoccabili privilegiati- i brahmani e i maharaja.Con questo lavoro allegorico, Georgiev ha espresso la sua compassione per la casta più povera della società indiana, relegata per millenni a una vita miserabile di estrema povertà e ingiustizia. In ''Incontro con i Pariahs in India'', noto anche come ''Il dolore dell'India'', l'artista si raffigura tra di loro, guidato dallo spirito della sua defunta sorella Katya. In preparazione a questa composizione, l'artista aveva disegnato una serie di ritratti di persone povere, così come autoritratti dove si mostra come un vagabondo con un sacco sulla schiena, seguito dallo spirito di Katya. In alcuni schizzi è come una creatura fiabesca proveniente da un mondo immaginario, con indosso un mantello e una corona di margherite. A sua immagine, l'idealizzazione è portata alla perfezione: è come un angelo, le sue mani unite nella preghiera, ricordando Beatrice nellIinferno di Dante Alighieri.Il paesaggio è monumentale. La luce cade attraverso le nuvole pesanti su decine di paria che pregano e si sostengono a vicenda, e anche a indirizzare l'attenzione dello spettatore al primo piano.In lontananza si possono vedere gli imponenti edifici di Kapurtala. La processione dei paria sofferenti si sta dirigendo verso di noi come dall'infinito, finendo in primo piano con la figura allegorica di ''Madre India'', inginocchiata e piangente. La luce del tramonto dietro le nuvole penetra l'oscurità, creando una speciale atmosfera mistica di dolore e rassegnazione simile a una scena biblica.L'artista ha scritto nella sua nota che l'opera è stata creata durante le sue visite a Maganwadi Ashram a Wardha, dove migliaia di miserabili paria sono venuti a cercare conforto. Lì Georgiev mostrò questo dipinto a Gandhi per la prima volta, e Gandhi gli diede un nome in sanscrito: Daridra narajanako Namaskar. Georgiev scrisse che era difficile da tradurre, ma che corrispondeva al contenuto del dipinto: ''ci inchiniamo alla povertà divina e al dolore (che ci eleverà a Dio)''.Decine di schizzi per questo lavoro mostrano il complesso processo dell'artista nel prendere il suo piano monumentale da schizzi di volti separati a una composizione completata. È stato conservato in due versioni. Il primo, conservato nell'archivio di Boris Georgiev e privo del tempio, è un disegno di 59x79 cm eseguito con la famosa tecnica delle matite a colori.La seconda versione è il più noto ''Incontro con Pariahs in India'', nella collezione della Galleria d'Arte Nazionale di Sofia e misura 67x85 cm. In questo dipinto e ne''Il Viandante e sua sorella'', un evento si trasforma in un poema di compassione umana. Come hanno osservato i critici, l'artista ha posto il più alto valore sul messaggio morale dell'opera.