Raffinata miniatura in stile khalam su pergamena, raffigurante un angelo vendicatore che atterra un demone entro un delicato contesto naturalistico in cui spiccano animali di stampo persiano, rocce di matrice Mogul ed alberi miniaturistici. I bordi, delineati da nette linee blu, sono animati da piccoli animali tra fogliame, più simili allo stile Qajar, pur essendo senza soluzione di continuità per quanto riguarda il supporto. Il fogliame è sottolineato con tocchi di blu che vivacizza soprattutto i due alberelli con la chioma mossa dal vento sopra la roccia nella porzione superiore destra del dipinto.Il soggetto, la struttura e la resa dei dettagli anatomici sono invece di chiara matrice europea. Il soggetto di San Michele che sconfigge Satana è stato dipinto, tra gli altri, anche la Delacroix (1854-61), Guido Reni (1636) e Luca Giordano nella “Caduta degli angeli ribelli” databile 1660-1665 o ancora in “San Michele” dello stesso artista, databile 1663, mentre questa particolare resa del viso dell’arcangelo e la posizione del demone mostrano spiccate somiglianze con l’incisione di James Barry “The fall of Satan”, datata 1777 e conservata al British Museum, Acc. No. 1849,1031.228. La scelta di una riproposizione di un tema cristiano in ambiente indiano non deve stupire, vista l’esposizione alle opere occidentali, ed in particolare del Durer, che gli artisti subirono già alla corte di Akbar. Due momenti furono di grande importanza in questo percorso: la missione Mogul a Goa in cerca di rarità nel 1575 e l’arrivo dei gesuiti alla corte di Akbar nel 1580 che portarono con sé le stampe comprate ad Antwerp. Nonostante questi due avvenimenti non si hanno notizie certe di un utilizzo di tali soggetti prima del 1620 ca. Una copia dalle stampe europee è la spiegazione più plausibile allo scarso utilizzo dei colori. Provenienza: Collezione privata Toscana, Italy. Acquistata in Inghilterra negli anni '80 del secolo scorso.