OSVALDO LICINI
(Monte Vidon Corrado 1894 - 1958)
L'amalassunta
1952
matita su carta gialla
cm 30x40
firmato e datato in basso destra: 18.8.1952 O Licini
iscrizione sul retro: Alla più cara, alla più dolce, alla più chiara, alla più delicata, alla più
forte, alla più saggia, alla più pazza, alla più preziosa, alla più attesa, alla più luminosa, ed
a quella che sarà l'ultima luna del mio cuore
L'amalassunta
1952
pencil on yellow paper
cm 30x40
signed and dated lower right: 18.8.1952 O Licini
inscription on the reverse
Osvaldo Licini dedica questo disegno ad un amore segreto, che lo accompagnerà tutta la vita, esistono vari carteggi, in cui dichiara il suo amore a Olga Zannoni.
Osvaldo Licini dedicates this work on paper to his secret love, which will accompany him throughout his life, there are various correspondences, in which he declares his love to Olga Zannoni.
L’ Amalassunta è la raffigurazione della “luna nostra bella d’argento” ebbe a chiamarla Licini in un frammento poetico: personalizzata, si avvicina con un ingannevole aspetto antropomorfo di sorriso, di estasi, di sibillina attesa. Soprattutto essa sembra voler parlare e indicare nel suo spostarsi lungo un arco con segni misteriosi di volta in volta variato, diversamente associati. Numeri formano gli occhi e il naso o la bocca; e i numeri 6 e 3 sono le cifre che ricorrono con maggior frequenza nei cicli lunari. Altre volte questi sono rovesciati e l’ Amalassunta acquista un aspetto “ calante” o “ crescente” secondo le sue fasi di influsso. Ma il suo pallido candore si complica inaspettatamente per la natura stessa della luna, astrale e simbolica di forze divine (la Divina-Artemis), quando compie gesti e invia con la mano magici messaggi. Essa è accompagnata talora da un piede e si trasforma in cifra ed è presente sotto altre simbolizzazioni, in compagnia della presenza maschile di un angelo. (…) Significati antichi di Sdoppiamento e raddoppiamento della presenza lunare e di tutto il mondo che partecipa alla vita e al ritmo dell’astro. Il pittore li ritrova con una ricerca originale e “solitaria” del colloquio con la sapienza degli antichi. In questo senso egli aveva scoperto il rapporto ambientale con la sua terra e con la tradizione popolare, che rinnova le leggende e gli atteggiamenti contemplativi come racconto favolistico. Occorre aggiungere che quasi tutte le figure dipinte da Licini si possono ricondurre all’ambito lunare: del Serpente, alle Croci viventi, agli stessi temi della partenze e del ritorno, intesi quali cicli di morte e di rinnovamento. (cit. Zeno Birolli)