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PANERAI RUGGERO : Ruggero Panerai  - Asta DIPINTI DEL SECOLO XIX - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
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PANERAI RUGGERO

Ruggero Panerai

 Ruggero Panerai
(Firenze 1862 - Parigi 1923)
CAVALLI AL GUADO
olio su tela, cm 80,5x120
firmato in basso a sinistra
retro: cartiglio della mostra Il Nuovo dopo la Macchia

HORSES FORDING A RIVER
oil on canvas, cm 80,5x120
signed lower left
on the reverse: label of the exhibition Il Nuovo dopo la Macchia

Esposizioni
Il Nuovo dopo la Macchia. Origini e affermazione del Naturalismo toscano, Montecatini Terme, 16 luglio 2009 - 18 gennaio 2010

Bibliografia
Il Nuovo dopo la Macchia. Origini e affermazione del Naturalismo toscano, catalogo della mostra (Terme Tamerici, Montecatini Terme, 19 luglio 2009 – 18 gennaio 2010), a cura di T. Panconi, Ospedaletto (PI) 2009, pp. 228-229

«Il dipinto ricorda nell’impostazione il celebre Il Guado realizzato da Panerai nel 1887 e inviato alla Esposizione Nazionale Artistica di Venezia, con il quale l’autore ottiene largo consenso per la potente vena espressiva. Tale riconoscimento si perpetua nelle rasssegne delle opere di Panerai nel corso del tempo, tanto che Tarchiani nel 1911 sottolinea lo stupore che queste hanno suscitato nei giovani che non le conoscevano e, riferendosi proprio a Il Guado e a Cavallo Malato, scrive: “Egli vi appare il vero e forse l’unico discepolo di Giovanni Fattori. Tutta v’è la tristezza tragica della Maremma, dal cielo grave, dal terreno desolato, accidentato, dalle acque che han freddi riflessi metallici. E gli animali e gli uomini vi vivono in atteggiamenti e movenze scorte con occhio sicuro, espresse con efficace evidenza. Il Panerai in queste due opere, pur avvicinandosi al maestro, se ne discosta per il modo di comporre la scena: è meno immediato, ma più decorativo” (N. Tarchiani, Esposizioni Fiorentine, in “Il Marzocco”, a. XVI, n. 17, 23 aprile 1911, p. 3).
Questo dipinto vive di quella medesima atmosfera tersa di una campagna inospitale, della fanghiglia calpestata in primo piano, dei cavalli selvaggi che i mandriani guidano al di là del guado, ispirandosi a un brano della dura vita quotidiana dei luoghi selvaggi del pascolo. Analogamente a Il Guado, Panerai disponde con grande sicurezza l’impianto scenico della composizione: ritornano le figure dei butteri, in numero maggiore, con gli stessi atteggiamenti decisi nell’esibire la loro specifica competenza; la concitazione della corsa dei cavalli, colti nella loro naturalezza, l’immediatezza nella resa della confusione dell’azione tra il tumulto degli uomini e degli animali. Il paesaggio circostante si carica di una luce greve e pesante che delinea sullo sfondo gli alberi e i cespugli, che si congiungono alle colline che chiudono la campagna. In un’altra tela, Butteri al guado della Raccolta Novelli di Firenze, si ripete con qualche lieve variante il soggetto svolto nel nostro, anche qui si vedono infatti cavalli inquieti nelle acque iridescenti di un fiume.
Per usare le parole di Figlioli, possiamo considerare questo ciclo pittorico “come testimonianza viva dell’aureo periodo del Panerai, nel quale la ricchezza cromatica dei paesaggi toscani e l’armonioso disegno delle figure si compendiano in un lirismo pittorico che solo un grande come Egli era, può raggiungere e esprimere” (O.L. Giglioli, Ruggero Panerai e Ludolf Enrico Verworner, in “L’Arte”, n. 18, gennaio-dicembre 1954, p. 36).
A sostenere il successo che la sua maestria aveva procurato a Panerai presso i contemporanei, nel 1891, gli viene assegnato il Premio Firenze per il dipinto La sera. Al concorso partecipa anche il talentuoso Adolfo Tommasi, ma la scelta, fatta con molto discernimento, porta a preferire la sua opera: “Il Panerai – scrive il recensore dell’articolo che segnala l’evento su ‘Arte e Storia’ del 25 aprile di quell’anno – ha riprodotto con verità infinita dei gruppi di animali, che vanno ad abbeverarsi ad un ruscello, degli animali che son pieni di vita, di carattere e di sentimento. Nel fondo di paese certi effetti di luce di sera non sono forse perfettamente indovinati; ma in ogni modo c’è in quel quadro quanto basta a dimostrare il valore artistico del Panerai il quale, collo studio assiduo e costante del vero, ha saputo guadagnarsi rapidamente un bel posto fra i nostri artisti” (Notizie-Firenze-Premio Firenze, in “Arte e Storia”. a. X, n. 9, 25 aprile 1891, p. 71)».

da Il Nuovo dopo la Macchia. Origini e affermazione del Naturalismo toscano, catalogo della mostra (Terme Tamerici, Montecatini Terme, 19 luglio 2009 – 18 gennaio 2010), a cura di T. Panconi, Ospedaletto (PI) 2009, pp. 228-229




DIPINTI DEL SECOLO XIX
mar 14 MAGGIO 2019
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