Olio su tela, cm. 108,5x79
Ritornato a Parigi nel 1788 dopo un soggiorno di quattro anni a Roma - dalla fine del 1784 alla primavera del 1788 -, già vincitore del Prix de Rome con una composizione di soggetto romano Pompée devant Gentius, Prud'hon manifesta totalmente gli effetti classicisti del soggiorno romano. Pensionato all'Académie de France, diretta allora da Lagrenée, Prud'hon abita prima in via del Babuino, poi nei pressi di San Lorenzo in Panisperna. Il suo carattere malinconico e una certa tendenza all'isolamento non impedisce al pittore di incontrare e studiare i grandi artisti neoclassici contemporanei, il maggiore dei quali è Antonio Canova che, secondo la testimonianza di Quatremère de Quincy lo sostiene e lo incoraggia a rimanere a Roma. Ma a Roma Prud'hon studia anche, come testimoniano le sue lettere, la gloire de Raphaël, de Michel Ange e con particolare interesse la lezione di Leonardo. Prima di lasciare la città, esegue nel 1786 la tela con La Glorification de la Bourgogne, nella quale copia il motivo centrale del Trionfo della Divina Provvidenza, dipinto da Pietro da Cortona in palazzo Barberini a Roma, interpretandolo dans la langue de Mengs et de Batoni. A Roma si trova anche Angelica Kauffmann, al centro di un cenacolo frequentato da Goethe e dai pittori J. H. W. Tischbein e J. Ph. Hackert, ma l'evento che sembra aver segnato il lungo soggiorno di Prud'hon è il ritorno di Jacques Louis David che nel settembre del 1784 arriva nella capitale per dipingere Le Serment des Horace, la grande tela manifesto del nuovo classicismo. Le Serment des Horace, esposto nell'agosto del 1785 deve aver colpito Prud'hon che ne tesserà l'elogio un anno dopo, commentando un altro dipinto di soggetto storico di Jean - Germain Provais, Marius Prisonnier à Minturnes. Il nostro dipinto, forse un ritratto allegorico, sembra da collocare vicino a un'opera capitale dell'artista L'union de l'Amour et de l'Amitié del 1793, ora al Minneapolis Institute of Arts, che si iscrive in quel gruppo di Allégories a cui Prud'hon si dedicò dopo il suo ritorno parigino, in prevalenza ispirate a temi mitologici: L'Amour reduit à la Raison, 1793, L'Amour seduit l'Innocence, Le Plaisir l'entraîne, Le Repentir suit, e infine Vénus, l'Hymen et l'Amour, una tavola del 1815-20. L'union de l'Amour et de l'Amitié fu esposto al Salon del 1793 dopo essere stato commissionato dall'editore Pierre Didot, per il quale Prud'hon aveva illustrato diversi libri, decisivi per la diffusione del Neoclassicismo in piena rivoluzione francese. Per Didot Prud'hon realizzò le illustrazioni da Les Amours Pastorales de Daphnis et de Chloé, il romanzo greco di Longo, nel 1802, i cui disegni preparatori denotano uno spirito di classicismo sensuale che già aveva valso l'epiteto di Corrège francaise, rivoltogli dalla critica al Salon del 1796. L'atmosfera di questi disegni, in particolare quello riferito a Le bain de Daphnis et Chloé, è molto vicina alla nostra tela. Tra il 1784 e 1795 Prud'hon realizzò anche una serie di disegni per una edizione di La Nouvelle Héloise di Rousseau: l'artista seguì fedelmente le istruzioni dello scrittore sulle scene da illustrare, contenute nell'elenco a stampa del libro edito nel 1761. Rousseau era morto nel 1778 e l'edizione con le sei stampe disegnate da Prud'hon sarebbe apparsa a Rouen nel 1794-95. L'affinità tra il nostro dipinto, sul quale non si hanno documenti, e la figura femminile dell'Amitié nel quadro già ricordato, nonché il rapporto tra questa e lo sfondo con l'albero - peculiare nelle due opere - porterebbe a collocare l'opera intorno al 1800.Sembrerebbe dunque da escludere l'intervento nella realizzazione del dipinto della più giovane allieva Constance Mayer (1775-1821), legata intimamente al maestro dal 1803 e sua stretta collaboratrice. La vicinanza di questa tela nella pennellata velata e mossa, ad un ritratto come quello di Madame Copia, née, Francoise - Simone Leroux, femme du graveur Jacques - Louis Copia, 1792-93, confermerebbe la datazione agli anni subito dopo L'union de l’Amour et de l'Amitié.Bibliografia di riferimento
Prudhon au le rêve du bonheur, Parigi, 1997, pp. 50-51, n. 10; pp. 96-98, n. 51 ; pp. 69-84, nn. 25, 29, 38;Julie ou la Nouvelle Héloise ou lettres de deux amans habitans d’une petite ville au pied des Alpes, recueillies et publiées par Jean – Jacques Rousseau, citoyen de Genève, 1761.