Olio su tela, cm. 115x94,5
Francesco da Ponte il Giovane, figlio di Jacopo, nato nel 1549, indicato dal Ridolfi comeil più valoroso dei quattro figli di Jacopo, riprese un modo aderente ai modelli della pittura paterna nel genere sacro-pastorale, in cui prendendo a pretesto un episodio del Vangelo si raffiguravano in effetti scene della vita campagnola e domestica, ma anche nella ritrattistica. I modelli di Jacopo presenti al figlio erano stati non solo il Doppio ritratto, già della Collezione Cook (Arslan, tav. 121), in cui il personaggio più vecchio è raffigurato con una lettera in mano, piùscuro delle figure dei dipinti sacri, ma anche il Ritratto a mezzo busto, Oslo, Galleria Nazionale, e ancora il gruppo di ritratti eccezionali di uomini vecchi, quelloscarnito della Galleria di Praga, quello del Museo di Boston, quello del Palazzo Borromeo a Isolabella, e infine quello di vecchio barbato con la mano posata sul tavolo della National Gallery of Victoria, Melbourne, (si veda in Arslan, tavv. 191, 192, 193, 194, 195). Tuttavia Francesco da Ponte sembra introdurre elementipsicologici nella resa dei volti, più seicenteschi, come negli straordinari Ritratto di Francesco I de Medici, Kassel, Galleria, in quello di Hampton Court, più vicino a Tiziano, e nel modernissimo Autoritratto, Firenze, Galleria degli Uffizi (Arslan, tavv. 223, 224, 227). Il nostro ritratto, più prosastico e meno psicologico, potrebbe essere collocato solo negli ultimi anni del XVI secolo.
Bibliografia di riferimento
Edoardo Arslan, I Bassano, Ceschina, Milano, 1960, vol II.