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Libri, autografi e manoscritti

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Francesco Petrarca

Il Petrarcha.

 Eccezionale copia miniata, appartenuta a Tammaro De Marinis, (Al colophon:) Impresso in Tusculano appresso il Laco Benacense: per Alessandro Paganino di Paganini Brixiano, 1521 adi primo di Giugno.

In-24° (mm 100x54). Carte: CLXI, [1]. Segnatura: A-S8 T12 V4 (nota: SBN fornisce la cartulazione corretta ma poi scrive che il fascicolo finale V è di 6 carte, cosa che non corrisponde alla cartulazione). Testo in corsivo. Qualche alone marginale verso la fine, ma preziosissima copia con 3 miniature policrome coeve: ma preziosissima copia con 3 miniature coeve. La prima, in antiporta è una miniatura fitozoomorfa in cornice (con difetti e mancanze). Nel riquadro, su sfondo azzurro e blu, uno stemma araldico sovrasta due animali fantastici sdraiati su ciocco di legno. Sotto, su sfondo circolare verde, è scritto “Quanto fia quel piacer se questo è tanto?” [versi tratti dal Canzoniere, 264]. In basso, si intravedono due colombe su altro ciocco di legno. Nella cornice sono presenti decorazioni fitomorfe, un ritratto maschile piangente di profilo, con piccola iniziale "N", fiori, fragole, lombrichi, una lumaca e farfalle. La seconda miniatura è presente alla fine della dedica a Isabella Gonzaga (mancanza a causa di un restauro). Si leggono, in cornice rossa con decorazioni in oro, alcune lettere maiuscole dell’alfabeto intersecate tra loro (C, H, I, S, V, O scritte in oro, e la N a inchiostro nero). La terza miniatura si trova nella pagina successiva con un frontespizio dell’opera (anch’essa con piccola mancanza in basso) ed è a piena pagina a motivo fitomorfo con titolo dell’opera “Sonetti et Cancjoni / di Messea / Francesco Petrarca / in vita / di Madonna Laura” in cornice dorata, con decorazioni dorate, su sfondo rosso. In testa alla cornice, una conchiglia dorata e due cornucopie decorate con foglie (in oro, blu, verde e rosso). Al piede della cornice, fregi con foglie acantiformi, fiori e un maschile in blu stilizzato a fiore. Nella prima pagina di testo piccole iniziali miniate in oro, rosso e blu. In fine, un componimento poetico manoscritto (XVI secolo). Incipit: “Una ghirlanda di vermiglie / rose / Tessendo amor trovar / quell’involto / Per l’ale [...] presi dolci et amorose [...]”. Note autografe di Tammaro De Marinis alla sguardia volante anteriore, firma di appartenenza della botanica piemontese Irene Chiapusso Voli (1849-1921) al contropiatto posteriore.



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mar 11 MARZO - gio 13 MARZO 2025
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