Opera eseguita in collaborazione con Richard Guino (1890-1973). Firmata al retro, 1915. L'opera è accompagnata da autentica di Jean-Pierre Seurat datata 21/07/1997.Esposizioni:Renoir /Guino. L'impressionismo nella scultura di Pierre- Auguste Renoir e Richard Guino, a cura di M. Boscolo e Jean-Pierre Seurat, Museo delle Arti di Palazzo Bandera, Busto Arsizio 22 marzo-29 giugno 1997, ill. tav. XII.Pierre Auguste Renoir, a cura di M. Boscolo, Villa Ponti, Arona, 27 luglio-27 ottobre 2002, p. 32.Femme fatale. Il mito universale della donna nell'arte: da Modigliani a Warhol, a cura di M. Boscolo e C. Occhipinti, Villa Ponti, Arona, 31 luglio-7 novembre 2004, p. 29.Bibliografia:Renoir /Guino. L'impressionismo nella scultura di Pierre- Auguste Renoir e Richard Guino, a cura di M. Boscolo e Jean-Pierre Seurat, Museo delle Arti di Palazzo Bandera, Busto Arsizio 22 marzo-29 giugno 1997, ill. tav. XII.Pierre Auguste Renoir, a cura di M. Boscolo, Villa Ponti, Arona, 27 luglio-27 ottobre 2002, p. 32.Femme fatale. Il mito universale della donna nell'arte: da Modigliani a Warhol, a cura di M. Boscolo e C. Occhipinti, Villa Ponti, Arona, 31 luglio-7 novembre 2004, p. 29.La presente scultura è uno dei frutti della peculiare collaborazione tra Pierre Auguste Renoir e il talentuoso scultore di origine catalana Richard Guino, allievo di Aristide Maillol. A partire dal 1908 Renoir si era trasferito a Les Collettes, presso Cagnes-sur-Mer, già sofferente per una forte artrite reumatoide e, ciò nonostante, si era avvicinato alla scultura. Su spinta del mercante Ambroise Vollard, fu proprio il giovane Richard Guino ad assistere l'anziano Renoir nella sua ultima esplorazione artistica, a partire dal 1913, diventando non solo le sue mani, ma contribuendo a livello stilistico e contenutistico, dando vita, insieme all'anziano artista, a un'eccezionale serie di opere, tra cui la Venere Vincitrice è forse la più nota. Quasi nume tutelare dell'ultima fase della carriera di Renoir, la Venere è la versione in scultura dell'omonima dea raffigurata nel Giudizio di Paride (opera su tela realizzata tra il 1908 e il 1910 e oggi conservata presso l'Hiroshima Museum of Art), riprodotta sia a figura intera che limitatamente alla sola testa, come nel caso dell'opera qui presentata.