Firmato e datato in basso a sinistra. Al retro sul telaio presente cartiglio di esposizione con il titolo dell'opera. Tracce di etichetta della Galleria Pesaro, Milano, al retro della tela.Provenienza: Galleria Pesaro, Milano.Collezione privata, Milano.Bibliografia:Catalogo IV Esposizione Nazionale della Federazione Artistica Lombarda, Milano 1920, p. 5.G. Sgubbi, Glauco Cambon, Trieste 2004, p. 205 n° 186 ui.Esposizioni:IV Esposizione Nazionale della Federazione Artistica Lombarda, Milano 1920.L'ultima luce del giorno digrada tra i pini italici in quello che sembra essere uno scorcio di Villa Borghese, presso la Fontana Ovale, lasciando spazio a un crepuscolo dai toni viola, che avanza lentamente. Il paesaggio è avvolto da un silenzio quasi udibile, come assorto in questo momento di passaggio: l'unico rumore, costante e cadenzato, è quello dell'acqua della fontana. Lungo il sentiero, i segni delle ruote di una carrozza sono l'unica traccia della presenza dell'uomo. Nell'apparente immobilità, tutto è in mutamento. Nella natura e nell'animo.L'opera, presentata da Cambon alla IV Esposizione Nazionale della Federazione Artistica Lombarda di Milano del 1920 (la dicitura 'Milano' presente nel cartiglio al retro fa supporre che tale etichetta sia stata apposta in questa occasione) e la cui ubicazione era considerata fino ad oggi ignota, è una perfetta sintesi tra le istanze simboliste e secessioniste e la pittura come rappresentazione di uno 'stato d'animo', spesso legata a un momento specifico del giorno e a una luce particolare, già caratteristica del gruppo artistico romano In Arte Libertas (1886). Come pochi altri, l'artista triestino seppe esprimere le sue armonie di colore attraverso una luce resa da brevi pennellate quasi divisionistiche, creando una vera e propria osmosi tra il paesaggio e le emozioni suscitate, per rispecchiare, con la pittura, l’aspirazione a un ideale ‘assoluto’ di bellezza (G. Sgubbi, Glauco Cambon, Trieste 2004, p. 114).