In alto a destra riporta la datazione 1592.L'opera è accompagnata dalla scheda a cura del Professor Marco Tanzi, di cui si riporta di seguito un estratto.Provenienza: Supplemento di merci e mercati. Arte e antiquariato. 6 eccezionali incanti alla Casa delle Aste presso l'Istituto Fiduciario Realizzi, Milano, Maggio 1964, lotto 183.Collezione privata, Milano.La giovane gentildonna, riccamente agghindata, e il bambino, parimenti elegante, alla stregua di un piccolo San Luigi Gonzaga rientrano nella produzione ritrattistica più corrente del Peterzano nell'ultimo decennio della sua vita. In questo caso l'ascendente principale non sembra essere tanto Tiziano quanto Paolo Veronese, con un atteggiamento più affettuoso e accostante nei riguardi degli effigiati e un'attenzione particolare per lo sfarzo dell'abbigliamento, realizzato con una cura per i dettagli rimarchevole, tra velluti, broccati, pizzi e gioielli, tipici dell'ultimo quarto del XVI secolo. In un ambiente dallo sfondo neutro e caratterizzato unicamente dalla grande colonna sulla destra, le due figure si stagliano con scelte e accostamenti cromatici estremamente preziosi, sia nel bambino che riluce del giallo oro della camicia a contrasto con il rosso intenso del corsetto dalle impunture zigzaganti e della gorgiera a lattuga con suggestive trasparenze. Ancora più fine l'ampio colletto della camicia della madre, aperto e rialzato dietro la testa. Il volto non mostra nessun segno di idealizzazione e si distingue per i bellissimi occhi grigio azzurri della giovane, alla quale non mancano una serie di gioielli non ostentati, un girocollo di perle, una collana monile e catena d'oro sottile, un'altra più grande, incastonata di pietre preziose. Madre e figlio vogliono sì mostrare il loro status, ma, con una sobrietà tutta ambrosiana, senza eccedere nell'esibizione del lusso, riducendo al minimo l'oreficeria che certo non mancava nei forzieri di casa. Anche nell'abbigliamento materno i contrasti sono fascinosi e discreti: rosso sgargiante e nero, impunture argentate e un bel risvolto verde scuro nella parte alta dell'abito.Bisogna infine ricordare che sono veramente rari, e discussi, i ritratti autonomi del Peterzano. Mancano del tutto ritratti autonomi femminili, ma corrobora il riferimento a Simone della tela in esame una serie di confronti palmari con le tante immagini muliebri inserite nei suoi dipinti sacri e la peculiare stesura pittorica.Credo sia opportuno segnalare che, alla data 1592, diversamente dai dipinti di soggetto religioso pienamente calati nella realtà figurativa della Milano riformata post carliana, nel nostro ritratto il pittore sembra riandare con una certa nostalgia alla pittura lagunare nella sua giovinezza, quando si parlava di lui come di Simone Venetiano.