Olio su tela, cm. 66x50. Con cornice
Questo dipinto è stato messo in relazione da Guendalina Serafinelli alla pala di medesimo soggetto eseguita da Giacinto Brandi per la Collegiata di Valmontone tra il 1685 e il 1688 (G. Serafinelli, Giacinto Brandi 1621-1691. Catalogo ragionato delle opere , Torino 2015, vol. II, fig. G5). Le dimensioni contenute e la rapidità del gesto pittorico suggeriscono che si tratti di una prima idea del soggetto per la Crocifissione commissionata dal principe Giovanni Battista Pamphilj. L'impianto della scena mostra forti analogie con l'opera citata, tuttavia sono evidenti le differenze nelle pose della Maddalena e dell'Evangelista, che nella composizione finale sono più dinamiche e proiettate verso l’osservatore, sottolineando il percorso evolutivo dell’artista alla ricerca di una maggiore espressività. Un recente restauro ha portato alla luce il profilo di un San Girolamo penitente nello spazio tra il Cristo e la Vergine, che suggerisce che la tela, probabilmente destinata al mercato dell'arte, rimase invenduta e successivamente riutilizzata come ispirazione per la realizzazione della Crocifissione di Valmontone. Il dipinto quindi costituisce un’importante testimonianza del processo creativo di Brandi e offre un prezioso contributo alla comprensione dell’elaborazione di una delle sue più significative pale d’altare.