Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 41 circa. Conservazione: il vaso per acqua di cicoria presenta parte del piede rotto in 4 frammenti e ricomposto; piccoli restauri al bordo superiore e a qualche piccola caduta di smalto ai mascheroni; il vaso per acqua di luppoli presenta estesi restauri nell'emisfero superiore e a parte del piede. La presenza del simbolo dell’Ordine rende noto che il grande recipiente farmaceutico, privo di marca, era proprietà di un istituto della Compagnia di Gesù. La forma ovoidale del vaso, i caratteri estetici e le dimensioni del collo e del piede sono fra quelli tipici dei contenitori per le acque medicinali, nel caso l’acqua di cicoria. Non comuni sono invece le due anse ricurve e i relativi mascheroni di rinforzo, notevoli per l’aspetto scultoreo definito e possente delle loro forme naturali ibride. Posto l'uso effettivo, l’assenza del rubinetto inserito dichiara la scelta di attingere il contenuto. La sontuosa decorazione, monocroma blu su fondo “berettino”, oltre lo stemma e il fregio di elementi geometrici, comprende il soggetto istoriato sulla superficie anteriore. L’episodio sembra riferirsi alle missioni dei Gesuiti nell’estremo oriente, lo suggerisce la cornice ambientale, concepita in uno stile prossimo al “calligrafico naturalistico” ligure, ornato esteso all’intera superficie vasale. La scritta che si legge sulla parte posteriore dell’unico cartiglio epigrafico spiega però l’avvenimento: il religioso in ginocchio “Quae Virgo loquitur ipse scribit”, alla lettera “le cose che la Vergine dice egli scrive”. Dunque sant’Ignazio compone, dettandoli la Madonna, gli Esercizi Spirituali, e il fatto avviene a Mansura, in Catalogna, l’anno 1522. Il vaso può considerarsi prodotto in Piemonte alla metà circa del XVII secolo Il vaso è simile al precedente in ogni suo aspetto, formale, decorativo, cromatico, e come l’altro privo di marca. Mutano il medicinale contenuto, acqua di luppoli, e la figurazione istoriata sulla superficie anteriore: due religiosi gesuiti sono a colloquio nel vasto e soleggiato paesaggio esotico, mentre li sovrasta compiendo evoluzioni uno stormo di volatili. Tuttavia l’aspetto del sito potrebbe distinguersi dalla sede geografica reale dell’episodio. Anche la scritta sulla parte posteriore del cartiglio è diversa: “Mirabilis Deus in Sanctis suis”, alla lettera “Mirabile il Signore nei suoi santi”, versetto finale del salmo 67. Luogo di produzione il Piemonte, intorno alla metà del XVII secolo