Maiolica. Dimensioni: altezza cm 10; diametro cm 46. Conservazione: mancanza al piede; piccoli salti di smalto al bordo; felatura di cottura; leggere crettature. Coppa con centro umbonato e parete baccellata a conchiglie; il piede mostra colletto stretto e parete vasata. Sul recto, in corrispondenza dell’umbone, un medaglione include una figura ignuda con cappello, seduta e con la mano destra sollevata come per indicare un punto in lontananza; sullo sfondo il paesaggio è definito da due alberelli. Attorno al medaglione sono dipinte sei partizioni simmetriche “a ricamo”, alternate ad altrettante bianche. Verso solo smaltato. Dipinta in arancione, giallo e blu. Siamo di fronte ad un raffinatissimo “bianco” di Castelli, dipinto in “stile compendiario”. Questa produzione castellana inizia ad essere documentata negli anni sessanta del Cinquecento, con la data certa 1566, di una targa raffigurante “S. Michele Arcangelo” (1). Gli studi che si sono susseguiti dalla fine degli anni ‘80 del secolo scorso hanno rivelato una stagione castellana “compendiaria” straordinaria, provata sia da notevoli documenti da recuperi urbani, sia da opere di grande impegno pittorico, istoriate e non, ed anche con realizzazioni non meno importanti come questa coppa. Essa infatti è dimostrazione di quanto si guardasse con interesse a quanto avveniva in altre aree molto accreditate dei “bianchi”, in questo caso Faenza, con notevoli corrispondenze sia nel motivo “a ricamo” sia nelle caratteristiche morfologiche, che si segnalano anche in un’altra coppa “compendiaria” castellana la cui modellatura del biscotto sembra ricavata allo stesso stampo (2). Ma ciò che dà valore a quest’opera è la qualità peculiarmente castellana di interpretare il tema centrale nel medaglione, in cui trovano posto un sintetico ma efficacissimo brano di paesagggio sapientemente stilizzato, retaggio della famosa tipologia policroma Orsini-Colonna, e una figurina dall’anatomia di aggraziata eleganza 1) DE POMPEIS V., Castelli, nel Catalogo La maiolica italiana di stile compendiario I Bianchi, a cura di Vincenzo De Pompeis, Torino 2010, pp. 96–105, schede pp. 185- 204. 2) IDEM, scheda 12, pp. 192 e s.