Maiolica. Altezza cm 13,8. Conservazione: ottima; qualche sbeccatura al bordo della base L’albarello presenta la canonica forma del vaso da farmacia, cioè corpo cilindrico leggermente rastremato nella zona mediana, basso piede svasato e bocca a orlo profilato. Sulla zona frontale, all’interno di un medaglione circolare è racchiuso un leone rampante coronato, volto a sinistra; il medaglione è inscritto in un anello con alla sommità una pietra, mentre sulla restante superficie si dispongono delle larghe foglie sinuose, su un fondo disseminato di puntini, dischetti e brevi pennellate somiglianti a foglie. Alcune filettature sono tracciate sia verso il piede sia sulla spalla del vaso. Dipinto in policromia La produzione stemmata uscita dalle fornaci di Montelupo comprende vasellame da farmacia con insegne sia religiose sia laiche. A quest’ultime appartiene questo pregevole albarello, facente parte di una serie dotata della stessa insegna nobile che Fausto Berti riconosce in quello della famiglia Giraldi (“d’argento al leone rampante rosso, coronato d’oro”), databile al 1520. La figura araldica, è campita col bel “rosso” di Montelupo ed è posta entro un anello “diamantato”, mentre tutt’attorno sono dipinti, con tutta la rara efficacia del bruno violaceo intenso di manganese, dei motivi complementari detti della foglia gotica “accartocciata” (o “alla floreale”): veste e stemma che ritroviamo in un albarello, entrato nel Museo di Faenza con la donazione Cora, e in alcuni altri albarelli1, di altezze diverse, appartenuti alla stessa spezieria, oggi dispersi in prestigiose raccolte pubbliche e private 1RAVANELLI GUIDOTTI C., Maioliche di Montelupo, Firenze 2019, pp. 34 e s., Figg. 8 a-d