Provenienza:
Studio Ferrero, Nizza, come da foto dell'opera autenticata da Jean Ferrero nel 1991;
Collezione privata, Roma
Fotografia dell'opera autenticata con firma dell'artista e con impronta ad inchiostro del dito dell'artista
Si ringrazia Guillaume Aral della Galerie Ferrero, Nizza, per l'aiuto nella compilazione di questa scheda
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César, nome d’arte di César Baldaccini (Marsiglia, 1921 - Parigi, 1998), in seguito alla formazione prima marsigliese e poi parigina, si avvicina agli ambienti di avanguardia, iniziando negli anni Cinquanta a distinguersi nell’ambiente artistico per la sua ricerca libera da ogni schema formale e contraria sia all'Astrattismo sia dalle posizioni estreme del Costruttivismo e del Neoplasticismo. César infatti iniziò ad includere nelle sue opere una vasta gamma di materiali: ferro grezzo, riciclato dalle industrie metallurgiche, tubi, bulloni, viti, materiali di riciclo, usati e deteriorati, che l’artista assemblava creando figure immaginarie nelle quali il gusto dell'orrido si fuse con una forte carica ironica. Negli anni Sessanta si unì alla corrente dei Nouveaux Réalistes formata tra gli altri anche da Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Jean Tinguely e Pierre Restany.
Nello stesso periodo sperimenta lo schiacciamento di vecchie automobili sotto una gigantesca pressa industriale importata dagli Stati Uniti, dalla quale fuoriescono incredibili blocchi di forma prismatica, dando così il via alla serie delle “Compressioni”, di cui l’opera presentata è un perfetto esempio. César inizia a selezionare elementi in base alla loro forma e al loro colore, disponendoli nella pressa, per poi procedere alla compressione. Il risultato è quello di una superficie metallica accartocciata, appiattita e contorta, che crea un effetto inaspettato, mettendo in evidenza la struttura del materiale stesso. (Tratto dalla biografia dell’artista a cura della Peggy Guggenheim Collection, Venezia).