Provenienza:
Collezione privata, Milano
Opera registrata presso l'Archivio De Pisis a cura dell'Associazione per Filippo De Pisis, Milano, con numero 05908 come da certificato rilasciato in data 3 ottobre 2023
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L’opera del 1933 presentata è il frutto di una serie di brevi soggiorni di Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 - Milano, 1956) a Londra, città nella quale stringe anche rapporti d'amicizia con la pittrice inglese Vanessa Bell e con l’artista di origini scozzesi Duncan Grant. Nel dipinto, registrato e archiviato presso l’associazione dell’artista, De Pisis riesce a catturare un attimo dell'atmosfera londinese attraverso pennellate rapide, leggere e piacevoli accostamenti cromatici, tipiche della tecnica impressionista che De Pisis fece sua e che generò una pittura che Eugenio Montale amava definire «a zampa di mosca». (Tratto dalla presentazione della mostra Filippo De Pisis presso la GAM di Torino, dal 14 aprile al 3 luglio 2015)
«De Pisis è, in breve, il più grande vedutista del nostro secolo», scriveva Francesco Arcangeli nel 1954. «Parigi, Londra, Venezia, Roma, Milano son come il grande alveare in cui i sensi e la mente del pittore ronzano, vibrano fino a un diapason quasi ossessivo». Certo, molto si deve alla qualità poetica della capitale britannica, strabocchevole accastellamento di grigi e neri, di rossi e verdi, che garantiva a de Pisis il depositarsi del mondo, quasi fosse «polverizzato, su carta assorbente» e il successivo cristallizzarsi in tante, piccole “Londre”, che, per Ezio Raimondi, erano destinate a sopravvivere in eterno, «come dei chiusi poemi in prosa, come delle “illuminations” da stare con la prosa di Rimbaud». (Tratto da “Londra di De Pisis” di Sisti Andrea, Genova, Città del Silenzio Editore, 2009).