Felice Brusasorzi
(Verona, 1539 - 1605)
BATTAGLIA FRA CENTAURI E LAPITI
olio su tela, cm 181x181
BATTLE BETWEEN THE CENTAURS AND THE LAPITHS
oil on canvas, cm 181x181
Provenienza
Verona, collezione Sagramoso di San Fermo;
Illasi (VR), collezione Sagramoso;
Collezione privata
Esposizioni
Cinquant’anni di pittura veronese 1580-630. Verona, Palazzo della Gran Guardia 3 agosto – 4 novembre 1974, n. 42
Bibliografia
B. Dal Pozzo, Le Vite de’ Pittori, degli Scultori et Architetti veronesi…, Verona 1718, edizione a cura di L. Magagnato, Verona 1967, p. 284.
G.B. Da Persico, Descrizione di Verona e della sua provincia, I, Verona 1820, p. 200.
D. Zannandreis, Le Vite dei Pittori Scultori et Architetti veronesi (Ms., 1835 c.), a cura di G. Biadego, Verona 1891, p. 148.
F. Zava Boccazzi, Profilo di Felice Brusasorzi, in “Arte Veneta” XXI, 1967, pp. 129 e 142, nota 26; fig. 147.
L. Magagnato, in Cinquant’anni di pittura veronese 1580-630. Catalogo della mostra, Verona 1974, p. 77, n. 42; fig. 54 bis.
F. Dal Forno, La Galleria di quadri dei marchesi Sagramoso di San Fermo, in “Verona illustrata” 1993, 6, p. 33.
S. Dell’Antonio, Felice Brusasorzi. Un percorso tra “maniera” e natura. Materiali per una ricerca monografica. Tesi di Dottorato. Università di Udine. Anno accademico 2005/2206, I, p. 202.
Referenze fotografiche
Venezia, Fondazione Cini, scheda 3659961
Ricordata dal Dal Pozzo e da altre fonti veronesi presso il ramo della famiglia Sagramoso “in Contrada San Fermo” insieme a numerose altre opere dello stesso autore (tra cui la serie dei Dodici Cesari qui in catalogo tra le opere di eccezionale importanza storico-artistica) e rimasta nella stessa famiglia fino ad epoca relativamente recente, la grande tela qui presentata è in qualche modo paradigmatica dell’adesione del pittore veronese agli stilemi della Maniera, intorno al penultimo decennio del Cinquecento.
Tra le invenzioni più dinamiche e spettacolari dell’artista, la Battaglia tra Centauri e Lapiti costituisce un interessante precedente per la Vittoria dei veronesi a Desenzano commissionata dalla città nel 1595 come parte di un ciclo dedicato alle glorie cittadine, di cui anticipa il comporre concitato.
La destinazione privata della nostra battaglia e il tema desunto dalla mitologia invece che dalla storia cittadina concede tuttavia al Brusasorzi libertà inaspettate, come la cura per i nudi femminili e il gustoso dettaglio dei piatti sparsi in primo piano: particolare del tutto incongruo ai fini della narrazione e invece occasione di un pezzo di bravura, quasi una citazione da modelli bassaneschi.