Mario Cavaglieri
(Rovigo 1887-Peyloubère 1969)
GIULIETTA A SELVA DI VALSUGANA
olio su cartone, cm 44,5x65,5
firmato e datato “914” in basso a destra
GIULIETTA IN SELVA DI VALSUGANA
oil on cardboard, 44.5x65.5 cm
signed and dated 914 lower right
Provenienza
Collezione Zaniboni, Padova
Collezione Fontana, Padova
Galleria Menghelli, Firenze
Collezione privata, Voghera
Esposizioni
Opere inedite di Mario Cavaglieri, Firenze, Galleria Menghelli, marzo-aprile 1979, n.2
Venezia: gli anni di Ca’ Pesaro 1908-1920, Venezia, Museo Correr, Ala Napoleonica, 19 dicembre 1987-28 febbraio 1988, n. 5 (Giulietta a Selva di Cadore)
Eredità dell’Impressionismo 1900-1945. La realtà interiore, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 15 dicembre 1994-28 febbraio 1995), n.76 (Giulietta a Selva)
Mario Cavaglieri, Rovigo, Palazzo Roverello, 11 febbraio-1 luglio 2007, tav. 49
Mario Cavaglieri, Milano, Palazzo Reale, 13 luglio-11 novembre 2007, tav.15
Arte in transizione, 1885-1930. Pittura italiana da alcune collezioni lombarde, Tortona, Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1 novrembre 2008-15 marzo 2009, n. 32
Bibliografia
Venezia: gli anni di Ca’ Pesaro 1908-1920, catalogo della mostra (Venezia, Museo Correr, Ala Napoleonica, 19 dicembre 1987-28 febbraio 1988), Milano 1987, pp.133-134, n. 5 ripr. (Giulietta a Sella di Cadore)
Eredità dell’Impressionismo 1900-1945. La realtà interiore, catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 15 dicembre 1994-28 febbraio 1995), Milano 1994, p.139, n.76 ripr. (Giulietta a Selva)
V. Vareilles, Mario Cavaglieri (1887-1969) Catalogo ragionato dei dipinti, Torino 2006, vol.1, tav. 36, vol.II, p.97, n.411
Mario Cavaglieri, catalogo della mostra (Rovigo, Palazzo Roverello, 11 febbraio-1 luglio 2007), Torino 2007, p.82, tav.49
Mario Cavaglieri, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 13 luglio-11 novembre 2007), Torino 2007, p.62, tav.15
S. Fugazza, A. Guarnaschelli e P. Nicholls (a cura di), Arte in transizione, 1885-1930. Pittura italiana da alcune collezioni lombarde, catalogo della mostra (Tortona, Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 1 novrembre 2008-15 marzo 2009), Milano 2008, pp. 80-81 n. 32
La materia pittorica di Mario Cavaglieri si afferma in tutta la sua intensità nel meraviglioso interno presentato in catalogo. Dalle tre finestre, placida ma inarrestabile, la luce diviene impasto cromatico e inonda l’ambiente dalle bianche pareti, definendone sinteticamente gli oggetti. Nella semplicità della camera di montagna il piccolo levriero dorme acciambellato su un cuscino, una scatola di sigarette è sul cassettone marrone, mentre sul tavolino da toeletta l’asciugamano rivela le cifre “CP”, Pacifico Cavaglieri, padre di Mario. Al centro della composizione si staglia Giulietta Catellini De Grossi, vezzosamente chiamata “Juliette”, musa assoluta dell’arte e della vita del pittore. Indossa un abito fantasia rosso e blu e un nastro rosso tra i capelli, il capo chino e gli occhi bassi, assorti nella lettura del volumetto che tiene tra le mani.
È il 1914, gli “Anni brillanti” (1913-1920) di Mario Cavaglieri.
La denominazione “Anni brillanti”» per questa fase della produzione di Mario Cavaglieri, espressione approvata dall’interessato, a cui fu sottoposta nel 1968, mi è sembrata subito assai convincente, per l’impatto visivo dei dipinti di quegli anni, per l’ingigantimento del formato delle tele, per il clamore della critica e per la mondanità fastosa di quel periodo della vita del pittore. Stagione, dunque, particolarmente feconda per Cavaglieri, che fiorisce appieno sul piano personale, artistico e sociale; ma anche momento favorevole che vede la sua partecipazione a grandi esposizioni quali le mostre veneziane di Ca’ Pesaro, L’Esposizione nazionale di belle arti alla Permanente di Milano, le Esposizioni internazionali d’arte della “Secessione” a Roma e soprattutto la Biennale di Venezia. Anni che iniziano nel 1913, ancora tra molti contrasti, quando espone per la prima volta alla mostra veneziana di Ca’ Pesaro la grande tela in cui dichiara al mondo la sua predilezione per Giulietta come modella della sua arte, che contengono una parentesi di separazione dall’amata (dal 1915) e che terminano nel 1920, quando Mario, a Piacenza, ritrova finalmente la sua donna.
Questi sette anni segnati dal trionfo costituiscono per Mario il momento della piena maturità.
L’Italia pare ancora inconsapevole dei fermenti che scuoteranno l’Europa di lì a pochi anni e Cavaglieri ventiseienne intensifica al massimo la sua felice attività professionale.
Nel 1913, anno che abbiamo definito come “cerniera” tra le due fasi, il giovane Mario, che vive come un privilegiato, raggiunge alcuni obiettivi che segnano per lui un nuovo ciclo nel percorso personale e artistico: il conseguimento della patente di guida, l’acquisto della prima automobile, uno stile di vita più agiato a Roma (durante i suoi soggiorni nella capitale vi allestisce perfino un atelier) e soprattutto l’esposizione di cui si è detto.
La presenza di Giulietta al suo fianco e il desiderio di ampliare il giro delle relazioni sociali danno nuova linfa alla vita dell’artista; molti circoli altoborghesi si aprono ora al giovane dandy, fornendo al pittore lo stimolo per uno stile più sfolgorante e per composizioni più complesse.
È la fase in cui la vita professionale acquista un vero e proprio spessore: le mostre si moltiplicano e l’ammissione a grandi esposizioni nazionali rafforza in lui “la decisione di essere pittore e solo pittore”.
Parallelamente al futurismo, che in quegli anni si afferma con vigore, egli segue una propria via, senza lasciarsi tentare da un’esperienza per la quale continua a dichiarare un’avversione tenace, sia per antitetica concezione dell’arte, sia per fiero desiderio di indipendenza; al pari, sulla sua pittura, non paiono aver influenza i pochi amici appartenenti all’ambiente artistico.
V. Vareilles 2006, p. 48