L'opera invita a esplorare l'incertezza dell'esistenza attraverso un mondo perplesso che cessa di essere. In una collaborazione uomo-macchina, le rese caotiche e surreali della realtà offrono scorci rubati in un mondo parallelo che è bizzarramente simile al nostro. Qui i confini tra reale e artificiale si confondono, lasciandoci interrogare sui limiti della nostra stessa esistenza.
La scena introduce un mondo sintetico in cui i confini del nostro mondo tangibile vengono infranti, lasciando che il perturbante diventi un evento perpetuo. Trasmette un senso di disordine che caratterizza la nostra presenza, evidenziando al contempo la fragilità e l'ambiguità della vita. Nella sua oscurità, ci spinge a mettere in discussione le nostre percezioni della realtà e a lasciarci coinvolgere da un mondo dubbio, improbabile e assurdo.