L'attribuzione a Matthias Stomer è stata confermata dal dott. Tommaso Borgogelli.
Questa notevole rappresentazione del cruciale episodio biblico (Genesi, 4, 3-16) presenta chiaramente una stretta relazione stilistica e compositiva, oltre che ovviamente iconografica, con la versione di più ampie dimensioni (cm. 125x176) oggi conservata al Museo Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. Al pari di questa, la nostra tela va ricondotta al lungo e prolifico soggiorno in Sicilia di Matthias Stom, che, pur nella sorprendente penuria di dati biografici sul pittore, dovrebbe essersi protratto da circa il 1638 fino alla metà del secolo. Il periodo siciliano segna la fase di massima maturazione artistica del pittore olandese, caratterizzata da una monumentalità d'impianto, complessità d'invenzione e fluidità di pennellata che non si rinvengono in egual misura nelle sue opere anteriori. Spiccano nella nostra tela, al pari di quella palermitana, la soluzione brillantemente virtuosistica del corpo morto di Abele disposto in primo piano a occupare tutta l'estensione della tela, come pure la diagonale del corpo di Caino in fuga, che, avvolto nella penombra, sembra letteralmente staccarsi dal corpo del fratello appena assassinato.