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Antonio Bertè ha visto la sua carriera prendere il via negli anni Sessanta, diventando già negli anni Settanta un artista molto popolare a Napoli ma non solo. La sua produzione pittorica visionaria, prende spunto dalla musica e dalla letteratura. Ha infatti dedicato dei cicli tematici a Federico García Lorca (1970 e 1990), Alessandro Manzoni (1973), Kafka (1974) e Pirandello (1980). Il linguaggio pittorico di Bertè si trova sempre in una dimensione posta in bilico tra realtà e astrazione, tra oggettività e soggettività. Infatti le sue opere generalmente sono composte in un linguaggio figurativo, ma totalmente trasfigurato nella poetica dell’artista. E così tutta la composizione dell’opera subisce delle forzature antinaturalistiche in chiave espressiva, sia sul piano della sintesi formale dei soggetti e, soprattutto, su quello dell’uso del colore. Le opere di Bertè infatti risultano sempre contestualizzate in atmosfere dense di colori e di gesti pittorici dinamici.
(Liberamente tratto dal sito venderequadri.it)