firma e dataL'opera accompagnata da relazione peritale dell'Archivio della Scuola Romana a cura di Valerio Rivosecchi che data l'opera al 1922 circaPROVENIENZACollezione privata, RomaSi tratta di quadri in cui L'artista mette a punto il suo repertorio- interni, ritratti, nature morte, vedute romane- e allo stesso tempo studia la composizione e le luci. Alcuni utili elementi di confronto, per quanto riguarda il trattamento del colore e delle luci, possono venire da dipinti come La fontana dei cavalli marini eFontana di Trevi, dove i passaggi tra una tonalit e l'altra tendono ad ammorbidirsi lasciando tuttavia in evidenza dei risalti di luce ''a corpo'', quasi un estremo retaggio della tradizione ottocentesca, che presto saranno definitivamente abbandonati. Il tema dell'arco in prospettiva viene affrontato varie volte in questo periodo, da uno dei primissimi dipinti noti, raffigurante La Basilica di Massenzio, fino al 1924, con le insolite inquadrature di Ponte Cestio e San Bartolomeo all'Isola, mentre l'atmosfera del dipinto, con la sua silenziosa descrizione degli oggetti, anticipa dipinti come La scala, dove tuttavia, si avverte in modo molto pi preciso la determinante influenza di Casorati.Donghi cercava, in questi primi dipinti, una definizione nuova per temi tradizionali, come la veduta o gli interni, sperimentando soluzioni originali sul piano compositivo e nell'inquadratura.Valerio Rivosecchi