Titolo in basso a destra
Provenienza:
Sonnabend Gallery, New York
Phillips de Pury&Co, Londra, Asta d'Arte Contemporanea 2 luglio 2014, Lot.14
Esposizioni:
New Photo-Pieces, Sonnabend Gallery, New York, dal 1 gennaio al 31 dicembre 1980
-
“Con la nostra arte vogliamo tirar fuori l’intollerante che c’è nel liberale e, viceversa, tirar fuori il liberale che c’è nell’intollerante”: quest’affermazione rivela molto della poetica di Gilbert Prousch (San Martino in Badia, 1943) e George Passmore (Plymouth, 1942), che da circa 55 anni costituiscono un inossidabile sodalizio, d’arte e di vita. Desiderosi di raccontare l’essere umano senza censure e ipocrisie, Gilbert&George hanno scelto la strada di un linguaggio dal forte potere comunicativo. Anticonvenzionali per definizione, trasgressivi e dirompenti nel cercare di scandalizzare i benpensanti pur atteggiandosi da impassibili englishmen, nel corso degli anni hanno saputo sperimentare formule espressive nuove, tra performance, disegno e fotografia, pur rimanendo fedeli a una loro cifra stilistica che rifugge l’ovvio e il politically correct. La politica, la religione, la morte, il sesso, ma anche la violenza delle città, le fragilità e le frustrazioni dell’essere umano sono al centro della loro variegata produzione, oggi entrata a far parte anche di prestigiose collezioni museali.
Il presente lavoro del 1980 consiste in 16 stampe in gelatina d’argento inserite all’interno di cornici d’artista. L’opera dimostra l'audace impegno di Gilbert&George con questioni delicate: Abbiamo a che fare con argomenti universali: morte, speranza, vita, paura, sesso, denaro, razza, religione - queste sono cose che sono rilevanti per tutti (Tratto dalla biografia dell'artista pubblicata su tate.org.uk). Sono tornati più volte sul tema della crocifissione, attratti da un’immagine così potente di dolore e vulnerabilità. Questa immagine non è un'espressione di fede religiosa, ma piuttosto un'esplorazione dell'esperienza umana condivisa della sofferenza. Per gli artisti, la sofferenza di Gesù è metafora di una verità universale: Il nostro soggetto è il mondo. È dolore. Dolore. Solo sentire il mondo che gira è dolore, non è vero? Sempre, ogni giorno, ogni secondo. La nostra ispirazione sono tutte quelle persone che vivono oggi sul pianeta, nel deserto, nella giungla, nelle città. A noi interessa la persona umana, la complessità della vita (Tratto dalla biografia dell'artista: pubblicata su whitecube.com). Non avendo paura di affrontare un’immagine così iconica, impongono il loro formato caratteristico della grande griglia, fratturando così l’immagine di Cristo sulla croce. Questo lavoro condivide un tema comune a tutta la loro produzione: un esame rigoroso del corpo, spesso utilizzando il proprio, e dell'ego.