Smalto su carta, cm 48x63,8
1964
Provenienza:
Galleria La Nuvola Arte, come da certificato;
Galleria Don Chisciotte, Roma;
Collezione privata, Roma
Esposizioni:
Black and White, Galleria La Nuvola, Roma, dal 10 giugno al 10 luglio 2009, illustrato nel catalogo della mostra a pag. 58
Opera registrata presso l'Archivio Mario Schifano, a cura di Monica Schifano, Roma, con numero 01419090207, come da certificato rilasciato in data 13 marzo 2009
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Assieme a Tano Festa, Franco Angeli e Mimmo Rotella, Mario Schifano (Homs, 1934 - Roma, 1998) è uno degli artisti fondamentali nel panorama della Pop Art italiana ed europea. Principale punto di riferimento per tutta l’arte che verrà prodotta in seguito.
Gli anni 60 sono senza dubbio i più rivoluzionari per le produzione del grande artista italiano. È il 1964 quando Schifano, appena trentenne, realizza lo smalto su carta qui presentato. L’opera è composta da due campiture di colore bianco, realizzate con uno smalto steso in modo disomogeneo sulla carta, a formare due quadrati ben ripartiti dietro i quali si intravedono parole stampate. Le pennellate sono veloci e corpose, senza alcune intenzione di omogeneità nel risultato finale.
L'opera fa parte del filone dei monocromi realizzati dall’autore negli anni ‘60 caratterizzati da un azzeramento della superficie pittorica, che sancirono il successo dell’artista, In questo periodo della sua produzione artistica Schifano, da sempre ispirato dai cartelloni pubblicitari e dalla segnaletica urbana, rielabora la grafica di strada facendo assumere all’opera la configurazione di uno schermo attraverso il quale proiettare la propria idea di pittura, svincolata dalle regole del passato.
“Pensavo che dipingere significasse partire da qualcosa di assolutamente primario…; I primi quadri soltanto gialli con dentro niente, immagini vuote, non volevano dire nulla. Andavano di là, o di qua, di qualsiasi intenzione culturale. Volevano essere loro stessi…fare un quadro giallo era fare un quadro giallo e basta”. (Tratto dall’intervista a cura di E.Siciliano, in “Il Mondo” del 16 novembre 1972”).