Olio su tela, cm. 48x73. Con cornice
In questo incantevole dipinto, destinato senza dubbio alla devozione privata di un raffinato gentiluomo partenopeo, si percepiscono immediatamente tutti gli umori più fertili della pittura napoletana del Seicento in una delle sue congiunture più felici, intorno al quinto decennio del secolo. Si riconoscono così in questa tela elementi affini all'arte dei principali protagonisti di questa fase vivacissima, in cui residuali elementi di naturalismo caravaggesco confluiscono in una peculiare interpretazione del classicismo reniano ed emiliano: da Stanzione a Pacecco, da Andrea Vaccaro a Cavallino. Ma le tangenze più stringenti si direbbero quelle che legano il nostro dipinto a Onofrio Palumbo (la Vergine sia dell'Annunciazione sia dell'Adorazione dei pastori, entrambi nella chiesa di Santa Maria della Salute a Napoli) e ancor più ad Artemisia Gentileschi: si pensi al volto di Betsabea (Columbus Museum of Art, Ohio), al profilo della donna che sta lavando il bacile inginocchiata di fronte al bambino nella Nascita del Battista del Museo del Prado di Madrid o a quello della Vergine nell'Adorazione dei Magi della Cattedrale di Pozzuoli. Interessante anche il confronto della nostra composizione con il gruppo delle due donne e il bambino in primo piano nel Trionfo di David dello State Art Museum of Florida di Sarasota.