Acquaforte. mm 237x334. Bartsch, XXI, 6. Cona la firma "Ant.us Cher.us Reatinus in: et Sculp:" al margine inferiore a sinistra. Ultima tavola da Il martirio di Santa Martina, serie in sei tavole incisa nella seconda metà del XVII secolo. Una Passio leggendaria riferisce che Martina fosse una diaconessa, figlia di un nobile romano. Arrestata per la sua aperta professione di fede, venne condotta davanti all'imperatore Alessandro Severo (222-235), principe estremamente tollerante verso i cristiani il cui governo fu contrassegnato da una grande distensione nei confronti della Chiesa. L'autore della Passio, si dilunga invece sulle atroci torture inflitte dall'imperatore alla santa. Martina, trascinata davanti alla statua di Apollo, la fece andare in frantumi, provocando subito dopo un terremoto che distrusse il tempio e uccise i sacerdoti del dio. Il prodigio si ripetè con la statua e con il tempio di Artemide. La fanciulla uscì sempre illesa da altri crudelissimi tormenti, infine venne decapitata. Viene celebrata il 30 gennaio.