Penna e inchiostro bruno, pennello, tempera e acquerello a colori, tracce di matita nera. Carta avorio lievemente spessa non vergellata. In basso a destra con grafia minuscola a matita nera "addemola". mm 220x337. Al verso a penna e inchiostro bruno "dessin d'Addemola / peintre Livournais". Il disegno trova riscontro nell'affresco a grisaille di medesimo soggetto nella chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo; la decorazione della pieve sembra databile al 1817 per una vicinanza stilistica con quella eseguita da Ademollo nella sala della Musica in Palazzo Pitti e risalente al 1816. Bibliografia: G. L. Mellini, Apertura per Luigi Ademollo, in “Arte illustrata”, 7, n. 57, 1974, pp. 53-71; riedito con un’appendice documentaria in Id., Notti romane e altre congiunture pittoriche tra Sette e Ottocento, Firenze 1992, pp. 319-329; E. Radogna, L’espressione grafica in Luigi Ademollo: idee e progetti su carta per la committenza toscana in “Predella” 45-46, 2019, pp. 13-54.