Giuseppe De Nittis
(Barletta 1846 - Saint-Germain-en-Laye 1884)
VELE SUL MARE
olio su tavola, cm 19x31
firmato in basso a destra
SAILS ON THE SEA
oil on panel, 19x31 cm
signed lower right
Provenienza
A. Sommaruga, Parigi
C. Dama, Milano
Collezione privata
Bibliografia
V. Pica, Giuseppe De Nittis. L'uomo e l'artista, Milano 1914, p.41
E. Piceni, De Nittis, Milano 1955 p. 182
M. Pittaluga, E. Piceni, De Nittis, Milano 1963, n. 327
P. Dini, G. L. Marini, De Nittis. La vita, i documenti, le opere dipinte, Torino 1990, I, p.383 n.228, II: tav.228
Amante della pittura di paesaggio e grande sostenitore della visione antiaccademica e orientata alla rappresentazione dal vero promossa dalla nuova corrente impressionista, De Nittis resterà molto legato alla sua città natale Barletta e concentrerà molte delle proprie nel raffigurare le bellezze del Sud Italia: i suoi soggetti pittorici prediletti, sia prima che dopo il soggiorno parigino del 1868, hanno come protagonisti i paesaggi pugliesi, la città di Portici e il Vesuvio.
L’impatto che Barletta ebbe sulla formazione e sul percorso artistico del pittore si riscontrano soprattutto a partire dal 1873 quando nei suoi quadri inizieranno ad essere rappresentati: porti, marine e pescherecci; chiari rimandi al piccolo centro urbano pugliese, situato direttamente sulla costa adriatica.
Nella bella marina presentata in catalogo traspare tutta l’intensità emotiva, ben rappresentata dalle entusiastiche parole del pittore stesso in un ricordo giovanile: «Ogni mattina, prima dell’alba uscivo di casa e correvo a cercare i miei compagni pittori, molto più grandi di me, Rossano e Marco De Gregorio. Partivamo tutti insieme. Io non avevo soldi e loro erano tutt’altro che ricchi, ma ci arrangiavamo mettendo in comune i loro pochi quattrini, e raramente, i miei. […] Quante volte ho mangiato solo peperoni dolci e insalata! Che bei tempi! Con tanta libertà, tanta aria libera, tante corse senza fine! E il mare, il gran cielo e i vasti orizzonti! Lontano, le isole di Ischia e di Procida; Sorrento e Castellammare in una nebbia rosea che, a poco a poco, veniva dissolta dal sole. E, da per tutto, un profumo di menta selvatica e di aranceti, che io adoro. Chiacchieravamo fraternamente con i marinai, i contadini, le donne e le belle ragazze.
A volte felice restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perché, credetemi, l’atmosfera io la conosco bene; e l’ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell’aria e del cielo nella loro intima natura. Oh il cielo! Ne ho dipinti di quadri! Cieli, cieli soltanto, e belle nubi». (Cfr. P. Dini, G. L. Marini, De Nittis. La vita, i documenti, le opere dipinte, Torino 1990, I, p.87).