olio su tela, cm 98x76 - con cornice cm 150x120
Questa splendida e ricca scena di crocifissione sorprende per la qualità narrativa, per la sapiente descrizione dei moti dell’anima e per i riferimenti colti e puntuali ai grandi maestri veneti ed emiliani del XVI secolo. I corpi emaciati di Cristo e dei ladroni, il cielo plumbeo che grava, il chiaroscuro che scolpisce le figure sembrano provenire dallo studio attento di Tintoretto, mentre le fisionomie del gruppo della Madonna e dei cavalieri sullo sfondo, unito al cangiantismo delle vesti tradisce un debito evidente con il miglior Tiziano. È possibile avanzare un’attribuzione a Giuseppe Caletti, singolare pittore cremonese del XVII secolo, di cui ancora poco si sa, e che sin da giovane compì vari viaggi a Venezia. La pennellata incisiva e decisa che contraddistingue la nostra crocifissione si può ritrovare nelle due opere certe rappresentanti l’annunciazione degli angeli a Zaccaria ed Elisabetta e Battesimo di Cristo, entrambe custodite nei depositi del Museo di Arte Antica di Ferrara