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TONDINO, CASTEL DURANTE, BOTTEGA DI LUDOVICO E ANGELO PICCHI,1550-1560 CIRCA
TONDINO, CASTEL DURANTE, BOTTEGA DI LUDOVICO E ANGELO PICCHI,1550-1560 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia con arancio, giallo, verde, blu, bruno di manganese nei toni del nero, marrone e bianco di stagno; diam. cm 21; diam. piede cm 5,4, alt. cm 4,8
A PLATE (TONDINO), CASTELDURANTE, PICCHI WORKSHOP, CIRCA 1550-1560
Bibliografia di confronto
M. Mancini Della Chiara, Maioliche del Museo Civico di Pesaro, Pesaro 1979, n. 207;
C. Fiocco, G. Gherardi in R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche. I, Milano 2000, pp. 259-261.
Il piccolo piatto ha cavetto profondo, tesa larga e obliqua e poggia su un piede ad anello e mostra sul fronte l’incontro tra il filosofo greco Diogene e Alessandro Magno, raccontato tra gli altri da Plutarco e Diogene Laerzio. Diogene è seduto sulla destra, di fronte alla botte in cui vive, ed è assorto nella lettura di un libro appoggiato per terra; accompagna con la torsione del busto il gesto del braccio destro che indica un libro con un sottile bastone. Di fronte a lui appaiono tre personaggi in abito da soldato, che supponiamo essere Alessandro Magno e il suo seguito. Sullo sfondo compare il consueto paesaggio marino con una grande città marittima che segna l’orizzonte e dietro la quale s’innalzano alcune montagne.
Lo stile e le modalità pittoriche sono quelle tipiche della Bottega di Ludovico e Angelo Picchi, e anche lo stesso personaggio, inserito in un contesto differente, compare dipinto in una crespina del Museo Cristiano di Brescia (Inv. n. NC57).
L’episodio è spesso raffigurato in maiolica ed ebbe grande successo anche nella bottega durantina, come per esempio nel caso del grande piatto delle Raccolte di Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano, nel quale il filosofo è dipinto in posa analoga, seppur in modo scenografico, data la dimensione del supporto che ha consentito al pittore di disporre la scena su una scala più vasta e con maggior numero di personaggi e dettagli. Altri esempi su come la bottega impiegasse il soggetto ci derivano dai piatti del Servizio Sapiens, di cui uno conservato al Victoria and Albert Museum mostra una differente disposizione al centro del piatto, ma decise affinità stilistiche nella resa dei personaggi, ed infine quello del Museo di Pesaro.