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COPPIA DI VERSATOI, DUCATO DI URBINO, PROBABILMENTE PESARO, PRIMA METÀ DEL [..]
COPPIA DI VERSATOI, DUCATO DI URBINO, PROBABILMENTE PESARO, PRIMA METÀ DEL SECOLO XVI
in maiolica dipinta in monocromia blu di cobalto, alt. cm 18,5 e cm 17,5, diam. bocca cm 8,7 e 8,2, diam. piede cm 9,2 e 8,4
A PAIR OF EWERS, DUCHY OF URBINO, PROBABLY PESARO, FIRTS HALF 16TH CENTURY
Bibliografia di confronto
C. Fiocco, G. Gherardi, in R. Ausenda (a cura di), Musei e Gallerie di Milano. Museo d’Arti Applicate. Le ceramiche, I, Milano 2001, pp. 253-255, nn. 268-269.
Le due brocche da farmacia hanno forma e decoro coerente tra loro, con imboccatura rotonda con orlo arrotondato lievemente estroflesso che si apre su un alto collo troncoconico che si apre in un ventre globulare appena rastremato verso il piede, basso, con orlo estroflesso e base piana. L’ansa è larga a nastro e sul fronte, a partire dalla pancia, si alza un cannello cilindrico portato alto e leggermente incurvato. Il decoro, in monocromia blu, vede sul collo un motivo alla palmetta allargata a ventaglio di gusto ancora gotico, unito a un sottile decoro alla porcellana e suddiviso in metope; sul corpo corre un decoro a tralcio derivante dalla porcellana orientale con foglie a trifoglio arrotondate intervallate da corolle a disco, larghe e dentellate, distribuito in fasce parallele e sull’ansa a incorniciare il cartiglio farmaceutico in caratteri gotici, disposto sotto l’ansa al retro per facilitare la presa. Nel primo vaso si legge S. rosato sol., e nel secondo S. de Lupuli.
I due contenitori hanno pochi confronti, ma alcuni riscontri si possono avere dai frammenti della zona adriatica e in particolare dagli scavi pesaresi, che confermano il confronto con due albarelli delle collezioni di Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, attribuite al Ducato di Urbino e databili al XVI secolo. E la loro morfologia, pur consapevoli dell’attardamento di alcune forme, ci suggerisce una datazione entro la prima metà del secolo. Questa tipologia di decoro ebbe un discreto successo sull’onda della produzione quattrocentesca di ispirazione orientale in tutta l’area che dalla Romagna si spinge verso la toscana e le Marche e da qui, in seguito, fino al Veneto con esiti formali assai simili.